10 febbraio 2014

"La banda Sacco" di Andrea Camilleri



di  Camilla Palandri

Una storia vera tanto incredibile da confermare come talvolta la realtà superi la fantasia.
Siamo nella Sicilia degli anni Venti a Raffadali ,paese rurale in provincia di Agrigento .
I Sacco sono una famiglia di contadini che ha costruito la propria agiatezza sul lavoro onesto . “E’ gente conosciuta per l’onestà, la serietà, il rispetto assoluto della parola data.”
“Ma c’era la mafia”;

“Al principio degli anni venti del Novecento Raffadali è completamente cummanata dalla mafia che si è in tutto e per tutto sostituita allo Stato;”
Mafia che interviene in tutte le questioni che riguardano la vita dei privati cittadini, dalle “sciarratine familiari” ai furti di bestiame e denaro, ai matrimoni , all’acquisto di terreni o all’apertura di negozi;
“Il capomafia ‘nzumma si portava appresso diverse facci: ora s’ammostrava un pater familias bono e accomodante, ora un mediatore accorto e capaci, ora un judice severo, cchiù spisso un boia feroci. Ma resta sempre e comunqui un esattore spietato;”
La vita dei Sacco inizia a cambiare da quando Luigi, il padre, si rifiuta di pagare il “pizzo”, osando così ribellarsi alla mafia locale. Il suo atto di coraggio segnerà l’inizio di una lunga serie di sfortunate vicissitudini per la sua famiglia.
Luigi Sacco non si limita ad opporsi alla mafia, ma segnala anche l’abuso rivolgendosi al maresciallo dei carabinieri. Il militare “lo talia strammato “perché nessuno fino ad allora aveva mai osato presentare denuncia ed il suo atteggiamento, perplesso e impacciato , rivela tutta l’impotenza delle forze dell’ordine che non riescono a garantire la tranquillità dei cittadini facendo rispettare le leggi, ma si adeguano ai soprusi.
Luigi fa la denuncia una prima volta ed altre ancora, perché non si arrende alla prepotenza e pagherà il suo ostinato rifiuto di sottomettersi con la vita. Verrà infatti ucciso in un agguato mentre sta andando a cavallo ad Aragona a trovare il figlio Vanni incarcerato e condannato per “rapina a mano armata”grazie ad una falsa testimonianza.
La mafia in questa occasione abbandona il suo “codice d’onore”che impone il rispetto di anziani, donne e bambini.
Ai figli che vogliono sapere com’è morto il padre , il medico risponderà “per cause naturali”.
Da questo momento è un susseguirsi di eventi incalzanti che vedono coinvolti i quattro fratelli Sacco, Salvatore, Girolamo, Giovanni e Alfonso costretti , loro malgrado, a difendersi da soli e da tutti.
Dalla mafia e dalle forze dell’ordine, dai paesani complici e dai traditori, tra tentativi di omicidio, accuse infondate e false testimonianze.
I Sacco dopo il ritiro del regolare porto d’armi da parte dei carabinieri con un atto coercitivo,non potendo più provvedere alla propria incolumità, sono costretti ad abbandonare le proprietà , le famiglie e il lavoro per darsi alla latitanza sulle montagne come dei veri banditi.
Il peggio arriverà quando la mafia comincerà a servirsi di un'arma molto più potente : la legge. Sarà infatti un avvocato opportunista e senza scrupoli, punto di riferimento dei mafiosi del posto, a imbrogliare le carte, trasformando i persecutori in perseguitati e viceversa.
Il piano perverso riesce in pieno.
Il regime fascista ed il “prefetto di ferro” Cesare Mori , che era stato mandato da Mussolini proprio per sradicare la mafia per questioni di potere politico, completeranno l’opera.
Perché i Sacco, oltre ad opporsi alla mafia, hanno un altro grosso difetto: sono socialisti da sempre, quindi vanno presi .
Così nasce “la banda Sacco”.
Da persone integerrime i quattro fratelli vengono trasformati ,attraverso un’abile campagna di diffamazione , in un gruppo di pericolosi briganti ai quali vengono ascritti reati ed omicidi . Costretti a fuggire continuamente, inseguiti da mafiosi e carabinieri, imputati di tutto l'imputabile anche senza prove, si fa il deserto intorno a loro, tutti i parenti e gli amici vengono arrestati, persino l'anziana madre .
Poi è il loro turno: braccati dei carabinieri vengono feriti, arrestati , accusati di quattro omicidi e condannati all’ergastolo.
I Sacco girano tante carceri e in alcune fanno degli incontri importanti come Umberto Terracini e Antonio Gramsci. Anche dopo la caduta del fascismo non avranno la revisione del processo e passeranno decenni prima che, su sollecitazione di Terracini stesso, i Sacco ottengano la grazia dal presidente Segni nel 1962.

Come un cantastorie Andrea Camilleri narra una complessa storia del Novecento. Le vicende sono ricostruite con cura e dovizia di particolari attraverso l’analisi di documenti ufficiali e atti giudiziari forniti all’autore da uno dei figli di Girolamo Sacco.
Quella dei fratelli Sacco è una storia tragica fatta di prevaricazioni, abusi e ingiustizie.
Una storia che lascia un profondo senso di amarezza per lo strapotere della mafia garantito dall’omertà della popolazione da un lato e dalla connivenza delle istituzioni dall’altro; mafia che non solo uccide, ma sconvolge per sempre la vita delle persone che non si piegano ai suoi soprusi.

Andrea Camilleri. La banda Sacco. Sellerio editore Palermo. Euro 13, 00

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