di Annalisa Ciampalini
Leggere la raccolta di Anna Laura Longo,
pianista, artista visiva, saggista e poetessa, è stato coinvolgente,
impegnativo e molto interessante. Non è una lettura che inizia e finisce una
volta per tutte: questo perché i testi sono densi e includono aspetti che si
svelano gradualmente. In superficie sembrano non offrire spazio alcuno
all’esperienza umana, come se gli innumerevoli movimenti che si collocano
all’interno dei versi fossero totalmente indipendenti dalla presenza dell’uomo.
Ma, come dicevo, questo è quello che appare in superficie, perché il genere
umano è invece contemplato attentamente, studiato soprattutto nei sensi, ma
anche nella mente, in quanto responsabile del lavoro dei
sensi.
La raccolta può anche essere letta come scrittura di una ricerca che
vede tra i suoi fini quello di trovare una modalità per enfatizzare i sensi e di
stabilire corrispondenze tra questi.
Leggiamo infatti: “Un prolungamento del suono sfiora il collo adunco, / confluendo in un
cardigan/ ricercando luoghi di acerbo e vivo ristoro”. Versi da cui emerge
un suono potenziato, che diventa capace di sfiorare e
di ricercare.
Non solo: quello che emoziona nel processo
di scoperta delle poesie è che il possesso di una chiave di accesso alla piena
valorizzazione dei sensi, ma anche del pensiero, possa condurci verso una conoscenza
profonda del mondo, oppure verso una concezione nuova e appagante della
struttura che ci ospita e ci sovrasta.
A questo proposito possiamo riportare i
seguenti versi: “Segni di permutazione e
voli in crespi sentieri, /strabordanti aneliti per snodi vocali accesi/nei cui
larghi sfondi si ergono/evidenti forme di quasi-pendii/(ed inarrestabili sogni
avvenenti/come ululati). Tempo inverso/del segmento /se//ripescando il fluido
azzardo/il corpo mieteva e vellutava il giorno/di sapiente e inedita levità
aurorale.“
” Gli
esploratori si addenseranno acuti/ sulle presunte linee della scissione:/
indolore è il passo nel dibattito del rinnovamento.”Ecco
i versi di apertura della silloge.Certo la parola esploratori è specifica per
indicare l’atteggiamento di chi impara sperimentando. Gli esploratori sono
descritti acuti e hanno come ambito di
ricerca le “presunte linee della scissione”.
Mi piace leggere in questi tre
versi un auspicio rivolto a tutti i lettori, affinché possano procedere,
tramite i versi che seguiranno, lungo il cammino impervio ed emozionante di una
ricerca che porta alla conoscenza. La ricerca, condotta in modo personale,
creativo e sempre dinamico, è quindi un punto importante da cui la poesia di
Anna Laura Longo trae linfa vitale.
Riportiamo a questo proposito i versi
seguenti “Nuove impronte si
susseguono/armate di verticalismo. C’è un chiarore/nelle fenditure del manto
della conoscenza.” E pare che le cose da indagare siano contrassegnate da un
alone particolare, ai lettori sta individuarlo e osservarlo con i sensi attenti,
pronti a permutare tra loro.
I testi, mai facili, sono stilisticamente
ricercati, il suono delle singole parole sembra esser frutto di una scelta
accurata, ed è proprio grazie alla loro caratteristica sonora se esse si stagliano
con regalità all’interno del verso, quasi fossero indipendenti l’una dall’altra.
Ho avuto l’occasione di sentire alcune poesie lette dall’autrice stessa, ed è
difficile prescindere da questa emozionante esperienza nell’intento di parlare
della raccolta. È come se una voce prendesse vita da un territorio remoto, una
voce senza tempo e che riempie ogni luogo, che deve essere udita per forza.
Sembra
però che nessun essere umano possa prestare ascolto a una voce tanto sublime e
assoluta, che pertanto viene percepita unicamente come suono. D’altra parte,questa
importante caratteristica, si avverte anche attraverso una semplice lettura dei
versi, grazie al lavoro accuratissimo operato dell’autrice. Versi come “In auscultazione il corpo giungeva/commensurabilmente urtato da onde/
nella promiscua e intrepida sismicità del mare/” ne sono testimonianza.
E
ancora: “Dentro sfusi capelli assidui/ o
nei corsi d’acqua/ si riamalgama il Tempo, /versa suoni maturi. “
“Questo è il mese dei radiosi incarnati del
suolo” è una lettura impegnativa che lascia al lettore un’ansia benefica e
vitale attraverso la quale perseguire una ricerca interiore e successivamente
rivolta verso l’esterno. È un esempio di coniugazione riuscita tra parola
poetica e un’indagine acuta tra le corrispondenze delle variabili che
definiscono la sfera di ciò che può essere percepito.
Anna Laura Longo. Questo è il mese dei radiosi incarnati del suolo.Oedipus. £ 10,00
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