di Gianni Quilici
Una foto magnifica
questa di Marc Riboud, ma non casuale.
Prima scelta: una
porta a vetri, che forma sei schermi. Tre di questi si trovano a livello di una
via della vecchia Pechino. La strada ha una sua bellezza espressiva. Un palazzo
centrale con un bel portale, terrazza, uno stretto marciapiede e (forse) due
negozi ai lati con quelle scritture cinesi graficamente suggestive.
Seconda scelta:
saper cogliere l’attimo felice, in cui vengono scolpite e incorniciate tre
situazioni (anzi quattro) specifiche e significative. Soprattutto la donna che
passando ci guarda da vicino con occhi sorpresi, probabilmente vedendo il
fotografo scattare. Ed anche nello sfondo dello schermo centrale l’uomo
anziano, che si piega abbassandosi per parlare o ascoltare la bambina di lato.
La conseguenza:
uno scatto, in cui questi schermi sulla strada moltiplicano, separandosi,
l’effetto visivo dello sguardo in un’immagine complessa, che realisticamente
sarebbe unitaria. Non solo: la struttura della porta decisamente scura
contrasta e (quindi) ancora di più evidenzia la rappresentazione della vita
quotidiana con il suo biancore grigiastro.
Marc Riboud.
Strada vecchia di Pechino. Anno 1965.
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