di Gianni Quilici
Al primo sguardo questa foto di Romano
Cagnoni appare subito “bella” “buona” come altre. Invece è qualcosa di più.
Perché coglie l’attimo preciso e nel modo migliore, rispetto anche alla
personalità del soggetto inquadrato, Fidel Castro, tanto da poter dire: uno
scatto tanto felice da poter essere, in sé, perfetto.
Per capirlo occorre leggere ogni dettaglio
e cogliere come ognuno di questi sia funzionale al tutto:
la mano protesa con impeto in avanti ad
indicare con forza la direzione;
la bocca aperta a asserirla ad affermarla;
il giovane volto barbuto di Fidel,
inquadrato felicemente dal basso in alto, a guidarla;
gli occhi semichiusi a profetizzarla;
la bandiera felicemente invadente, sinuosa e leggera a festeggiarla.
Ecco che ogni dettaglio concorre a dare
movimento, slancio, utopia a Fidel Castro, un leader carismatico che è stato,
al di là di ogni giudizio storico necessariamente aperto e certamente
complesso, una figura mitica come pochi nel ‘900, perché ha unito l’azione anche
avventurosa con il pensiero, guidando fino alla morte un piccolo Paese, che lo
ha molto amato, riuscendo nell’impresa
di conservare una difficilissima autonomia dalle due superpotenze.
Romano Cagnoni. Cile. 1971
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