Marisa
Cecchetti
“Ci
siamo aiutati a vicenda. Siamo stati noi gli artefici di quella che ho sempre
definito un’utopia sociale. Poi gli altri hanno seguito il nostro esempio”. Con queste parole Arturo si rivolge ad Elisa,
la sua compagna, per convincerla della stabilità e profondità del loro
rapporto. Intorno ruotano gli altri
personaggi: dal loro incontro, infatti, ha inizio Giulia
la rossa, il nuovo romanzo di Martino De Vita.
Sono
tante le figure originali -il pretino, l’eremita, Elisa, Ercole, solo per
citarne alcuni- e le storie si
intrecciano e si fondono, fino a
sfociare in un happy end che non
poteva mancare.
Sono
personaggi molto diversi tra loro per
cultura ed anche per etnia. Si tratta infatti di storie di rom e di cagge - così sono chiamati dai rom
quelli che non appartengono alla loro cultura - e della costruzione di una salda amicizia,
fino al superamento delle rigide regole dei rom ed alla accettazione di matrimoni
misti. Perché queste romnì, le
giovani zingare, hanno un fascino che fa innamorare i cagge.
Martino
De Vita sembra divertirsi a sviluppare la storia attraverso dialoghi veloci, singhiozzati talvolta, molto
vicini al linguaggio delle strisce dei fumetti, con rapidi cambiamenti di
scene, con spostamenti rapidissimi da una parte all’altra dell’Italia e fuori,
per mare e per terra, fino a Samarcanda, su due camper di seconda mano. Niente
è impossibile, anche le difficoltà più ardue si superano, come nelle fiabe.
Nello
stesso tempo il libro si arricchisce di interessanti approfondimenti culturali
e storici, fino a considerare i giorni più vicini a noi, con i disordini e le tragedie di molti paesi del
Medio Oriente.
Se
l’incontro tra culture diverse, con la costruzione di una reciproca fiducia,
con la distruzione di stereotipi attraverso la conoscenza delle persone, è un
tema di piena attualità ed è anche l’unica prospettiva possibile, altrettanto
attuale è il tema della violenza sulle
donne, che nel romanzo ha una parte rilevante. Non si tralasciano i disturbi
psicologici e psichiatrici, le ossessioni che purtroppo sono spesso alla base di comportamenti
criminali.
La
fantasia di De Vita crea una serie di intrecci amorosi, di situazioni
problematiche, di ostacoli, di incidenti, ma non si respira mai l’angoscia
profonda della tragedia: il linguaggio rimane leggero, descrittivo; le
situazioni, anche le più drammatiche, hanno sempre qualcosa che ne alleggerisce il peso. Parecchi
personaggi sono così eccessivi che finiscono per essere grotteschi, quasi delle
caricature pensate, programmate, che
svelano critiche, condanne, prese di
distanza dell’autore. Tutto questo nascosto tra le carambole ed i rapidi dialoghi.
Martino
De Vita, Giulia la rossa, Tra Le
Righe Libri 2017, pag. 254, € 15,00
1 commento:
Cara Marisa, ti ringrazio per la recensione che hai dedicato a "Giulia La Rossa". Ho rilevato, con molto piacere, che il libro è stato letto con attenzione, e che sono stati riportati i passaggi più significativi del romanzo. Non era facile "controllare" tutti i personaggi nelle loro azioni e nei loro dialoghi. Ho preferito mantenerli così come li avevo ideati fin dall'inizio, per cercare di far avvicinare i lettori alle loro diverse problematiche. Ho pensato cioè, che il discorso indiretto poteva avere un impatto meno coinvolgente. Non so se sono riuscito nel mio intento. Penso, in ogni caso che, al di là di qualche eccessiva "irrealtà" sia stato percepito il mio messaggio.
Un caro saluto e un abbraccio. A presto Martino.
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