Un libro amaro per tempi tristi e depressi
di Luciano Luciani
Figura tra umoristica e tragica quella di Alberto Orsini, protagonista del terzo romanzo di Lino Dini, ennesima rielaborazione, aggiornata alla nostra contemporaneità, dell’inetto di tanta letteratura otto-novecentesca. Assolutamente incapace di relazionarsi empaticamente agli altri – moglie, figli, la vecchia madre, i colleghi di lavoro, una bambina decenne che soffre di autismo affidatagli dai servizi sociali – il Nostro non è quasi mai in grado di riconoscere le emozioni degli altri e non fa nulla per comprenderne punti di vista, pensieri, sentimenti emozioni… Autocentrato e autoreferenziale oscilla tra depressione e una pericolosa mancanza di senso del limite: dei propri limiti E procederebbe così ad libitum se la realtà non gli presentasse i conti: quelli veri , quelli duri e taglienti delle rate del mutuo non pagate, delle multe e delle bollette non saldate, degli affitti perennemente inevasi…-
Un uomo senza qualità e con parecchi difetti, Alberto: incapace di rigore e di una qualsivoglia disciplina nel suo lavoro di enologo nelle terre piemontesi del vino, dissipa la propria intelligenza e le possibilità di una brillante vita professionale in un incontrollabile mix di sciatteria, negligenza e disordine materiale e morale. Mentre viene meno l’atmosfera di simpatia e benevolenza che sempre l’aveva accompagnato e protetto, ne deriva l’irrimediabile rovina del ménage familiare: moglie e figli lo lasciano solo e Alberto conosce il progressivo restringersi della sua trama di relazioni amicali. Perché, si sa, gli amici sono come gli ombrelli e i taxi: quando servono non sono mai a portata di mano…
Un perfetto eroe del nostro tempo egoista, individualista e malmostoso, un dilapidatore seriale delle proprie modeste risorse e, se del caso, anche di quelle degli altri, Alberto vive, anzi pretende di vivere, ben al di sopra dei propri mezzi secondo uno stile di vita abbiente e agiato che ritiene gli sia necessariamente dovuto… Però è privo delle doti indispensabili alla posizione sociale apicale che intenderebbe ricoprire: poco brillante dal punto di vista culturale non fa nulla per migliorarsi, non è intraprendente, né tenace, né determinato. Si reputa perennemente in credito e, per parte sua, sembra che nulla debba agli altri. Si auto-inganna di essere quello che non è, fino a quando, rovinosamente, tutti e tutti insieme, i suoi nodi, caratteriali ed esistenziali vengono al pettine e il Nostro precipita progressivamente in un universo che gli è sconosciuto: quello della precarietà e della fragilità economica, sociale, emotiva…
Quello della solitudine. Un romanzo amarissimo questo Il quoziente magico, Tralerighe Libri, 2024, di Lino Dini che mette a fuoco con spietata precisione un tipo umano diffuso nella nostra società assai più di quanto comunemente si creda: annidato tra le pieghe di stili di vita all’apparenza sereni, tra immagini di famiglie felici, nel racconto di professioni ben avviate e altrettanto remunerate, in comportamenti sani a prima vista ma che incubano, senza darlo a vedere, malattia nevrotica e disordine mentale.
Lucchese, laureato in
architettura a Firenze, Lino Dini si occupa di progetti per una numerosa
committenza privata e pubblica, l’ultimo dei quali editato nel 2023 da Pacini
Fazzi Editore, La Cattedrale di San
Martino. Cantiere di restauro e conoscenza. È autore anche di due romanzi
storici: Svisceratissimi e sens’esempio.
La storia d’arte e d’amore tra Giovanni Coli e Filippo Gherardi, pittori
lucchesi nell’Italia del Seicento, edito per la Faust Edizioni, Ferrara
2019, - ripubblicato nel 2024 per le Edizioni Efesto di Roma - e nel 2022, per
Calibano Editore Milano, Il nome di
Kaiser.
Lino Dini, Il quoziente magico, Tralerighe Libri editore, Lucca, settembre 2024, pp. 267, Euro 20,00
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