19 febbraio 2025

"Né qui Né altrove" di Gianrico Carofiglio

 

di Marigabri

"E poi proseguii, in una sequenza sconnessa, chiedendomi quando era stata l'ultima volta che avevo fatto una cosa per la prima volta. Non trovai una risposta e persi l'equilibrio fra i pensieri. Mi sarebbe accaduto altre volte, quella notte."


Una improvvisa rimpatriata di vecchi amici coglie il protagonista di sorpresa. Sono tutti e tre uomini maturi e le scorribande da liceali, prima, e da universitari, poi, sembrano sogni sbiaditi e ormai lontani.

Giampiero, che appartiene a una facoltosa famiglia di notai, è diventato notaio a sua volta; Paolo, inaspettatamente, è emigrato in America,si è trasferito nei dintorni di Chicago, dove insegna all’università; il narratore è lo scrittore di successo che conosciamo.

All’inizio tutto sembra un po’ forzato e un po’ fasullo e a cena i tre si ritrovano a parlare senza dirsi granché, con qualche imbarazzo e molta reticenza, ma la situazione cambia quando si spalanca davanti a loro la Bari notturna con luoghi densi di ricordi e altri ormai scomparsi o completamente trasformati rispetto ai tempi della loro giovinezza.

Un po’ alla volta emergono i ricordi, si allentano le tensioni, si sciolgono le resistenze e, complice l’alcol, si apre uno spazio inedito di confidenza. Dove non ci sono soltanto le piacevoli esperienze condivise: ci sono anche i rancori covati per anni, c’è il non detto e rimuginato a lungo, ci sono le nascoste e sepolte nostalgie …

Il tutto si svolge in una sorta di autocoscienza maschile che cresce con il procedere della notte e l’inesorabile avvicinarsi, per Paolo, dell’ora del ritorno.

La topografia di Bari, il suo tessuto sociale, i suoi cambiamenti sono protagonisti altrettanto intensi e vivaci delle voci dei tre amici, del loro revival, e delle riflessioni personali del narratore.

Il profumo della focaccia barese corona questo tour della memoria, dove l’olfatto si conferma dei cinque sensi il più evanescente e il più categorico.

La scrittura di Gianrico Carofiglio come sempre è agile, ironica e introspettiva mentre va esplorando, contemporaneamente, le strade della sua città e quelle, altrettanto notturne, della propria interiorità.

E tutto si era svolto in quella trama di strade squadrate regolari nelle quali, in certi pomeriggi d’estate, quando c’era il maestrale, e l’aria era nitida, ogni angolo sembrava il punto di fuga verso l’infinito pieno di promesse“.

Gianrico Carofiglio. Né qui Né altrove. Laterza

 

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