Recensione di Paolo Fusco
Ho letto con partecipazione la toccante lettera della Signora Didala Ghilarducci, e vorrei dire anche io due parole sul film "Miracolo a Colognora" di Spike Lee.
Concordo pienamente con la Signora Ghilarducci circa i palesi errori storici nella questione partigiana, mi permetto semmai di aggiungere che la signora ha indirizzato la sua lettera aperta a Spike Lee, forse dovremmo aggiungere tra i destinatari anche James McBride, autore dell'omonimo romanzo che Lee ha trasposto sugli schermi. Sono responsabili entrambi, senza scuse: il romanziere per non aver fatto sufficienti ricerche, il regista per essersi fidato troppo del romanziere.
Syd Field, professore (peraltro americano anche lui) autore del bellissimo saggio "Il film sulla carta" fornisce semplici regole per scrivere una sceneggiatura. La prima regola è: una volta stabilito il titolo, descrivere la storia in 10 righe.
Allora signor McBride come si intitola il suo racconto? "Miracolo a Colognora"?, benissimo, ora ci descriva la storia in 10 righe. "Il racconto parla di un gruppo di soldati di colore americani, che durante un'azione sul fiume Serchio si trovano separati dal proprio battaglione, e giungono in un piccolo paese, Colognora, molto vicino alle linee nemiche. Qui vengono a conoscenza delle azioni di un gruppetto di partigiani, tra i quali si mormora che si annidi un traditore, la cui identità effettivamente viene poi svelata. La storia ha un epilogo oltre 40 anni dopo, in America, dove l'unico soldato sopravvissuto (miracolosamente?) alla rappresaglia nazista a Colognora riconosce ed uccide il vecchio rivale". Ottimo signor McBride, la storia di "Miracolo a Colognora" è scritta bene. Come? Il titolo non è "Miracolo a Colognora" ma "Miracolo a Sant'Anna"? Non capisco....
E nemmeno io, spettatore italiano, capisco. Forse perché ho letto il libro di Syd Field. Caro professor Field, questi due scolari, Lee e McBride sono da bocciare entrambi! Hanno sbagliato già nella prima riga del loro progetto: hanno sbagliato il titolo!
Non voglio prendere le parti nè degli autori, nè della signora Ghilarducci, ma vorrei dire a quest'ultima che comprendo il suo profondo risentimento. Però l'errore storico (inequivocabile) è "figlio" di un errore precedente, errore di scrittura. Se l'errore storico offende le famiglie delle vittime ed i partigiani, l'errore di scrittura offende tutti noi spettatori. Comprendo benissimo che i sentimenti di chi ha vissuto in prima persona quei fatti non possono essere paragonati all'indignazione ben meno meritoria di un semplice spettatore, però questo io sono e come tale parlo. Se fossi stato partigiano o se avessi vissuto ciò che ha vissuto la signora sicuramente anche io avrei scritto la lettera che ha scritto lei. Non avendo la sua esperienza, mi limito a parlare di ciò che conosco, il cinema appunto.
In buona sostanza quindi, questo è un film scritto da americani, per un pubblico americano. A nessuno di loro importava veramente di Sant'Anna. E questa a casa mia si chiama strumentalizzazione, o se vogliamo opportunismo. Conosco i precedenti lavori di Spike Lee, e li ho amati. "Miracolo a Colognora" è un bel lavoro che fingendo di parlare della guerra mondiale in realtà parla della condizione dei soldati di colore in america, e lo fa bene, com'è nello stile di Spike Lee. "Miracolo a Colognora" ha una struttura semplice, senza grandi introspezioni, e con qualche grossolana approssimazione, come il pubblico americano medio (purtroppo) richiede, con un finale in cui i protagonisti si devono "per forza" incontrare di nuovo (che ha tanto il sapore del topolino del "miglio verde" piuttosto che dell'"Amico ritrovato" di Fred Uhlmann). "Miracolo a Colognora" è retorico, ha dialoghi mediocri, come buona parte del cinema americano. Questi sono secondo me i difeftti di "Miracolo a Colognora".
"Miracolo a Sant'Anna" non ha tutti questi difetti.... perchè non è ancora stato girato.