21 gennaio 2009

"Giovanna Botteri"


di Gianni Quilici

Una delle corrispondenti televisive di più grande impatto emotivo è, ai miei occhi, Giovanna Botteri (TG3).

Già il fatto che non abbia un fascino (immediato) per la sua presenza fisica è un elemento di forza in una civiltà in cui l'immagine produce, a volte, addirittura leader politici.

Il fascino è intrinseco, dentro di lei: nei suoi resoconti, dove c'è una passione, che dà calore e senso alla connessione delle parole.

Ma nelle parole c'è pure la capacità di saper raccontare, di evocare immagini. Un esempio di questi giorni: il resoconto del pilota, che ha avuto la freddezza e l'abilità di calare il suo aereo nelle acque del fiume Hudson a New York salvando se stesso e l'intero suo equipaggio. La Botteri l'ha raccontato evocando il fatto nel suo processo visivo, facendolo vedere-sentire nei suoi passaggi.

E questo per altre sue caratteristiche: l'accentuazione con cui evidenzia certe parole-passaggi; e la reiterazione delle stesse che finisce per dare un ritmo, un flusso alle frasi...

Nel profondo è però la passione il motivo dominante. In una civiltà (asfissiante) delle immagini, dove vige l'asettico, il simpatico, il carino, il sexy nella versione maschile e femminile è corroborante sentire delle parole che sgorgano dalle radici.