12 gennaio 2009

"Il fucile da caccia" di Inoue Yasushi


di Gianni Quilici

Un poeta pubblica su una rivista di caccia giapponese una poesia dal titolo “Il fucile da caccia”. L'ha fatto soltanto per la richiesta di un suo compagno dal tempo dei licei, che dirige appunto questa rivista. Una poesia di cui un po' si vergogna una volta che riceve la pubblicazione, tanto essa è diversa da tutto il resto. Passano dei mesi e dimentica, quando un giorno riceve una lettera di un certo Misogi Josuke, che si riconosce nell'uomo che il poeta aveva delineato nella poesia: un uomo alto dal passo lento e freddo, con una giacca di pelle marrone bruciato, un fucile da caccia, un Churchill a doppia canna, e 25 cartucce nella cintura. La sorpresa per il poeta (e per noi che leggiamo) sono, però, le tre lettere che lo scrivente invia in busta separata. Sono lettere di tre donne diverse, da lui ricevute, che l'uomo chiede al poeta di leggere, prima di bruciarle al posto suo.

Questo l'incipit. Ne viene fuori una storia di amori, di tradimenti multipli e di morte...

Scrive Marilia Piccone: “Un piccolo romanzo perfetto, quello di Inoue Yasushi, in un magistrale equilibrio tra il detto e il non detto, tralasciando i dettagli della storia e puntando soprattutto sui sentimenti, sul segreto che avvolge la vita di ognuno, inconoscibile anche a chi gli è vicino, sulla solitudine che imprigiona anche gli esseri amati. E quella che finisce per prevalere è l’immagine del cacciatore solitario, con la sua arma scintillante pronta a colpire- perché tutti finiscono per uccidere qualcuno, ci sono tanti modi per uccidere, come diceva Oscar Wilde”.

Questo giudizio non mi convince.

Primo, le tre donne si somigliano: si avverte la stessa voce, lo stesso linguaggio, la stessa letterarietà. In una parola: si avverte lo stesso personaggio: lo scrittore.

Secondo: il dramma che ognuna delle tre donne vive (la figlia tradita, la madre traditrice e colpevole, la zia-sorella, tradita e traditrice) si colora di un romanticismo per un verso moderno: l'ambiguità un po' perversa; per un altro datato: letterario e soffocante.

Fuori discussione è l'abilità con cui Yasushi costruisce una storia ad incastro con cui può essere facile trovare spunti per identificarsi.

Inoue Yasushi, Il fucile da caccia, Ed. Adelphi, trad.Giorgio Amitrano, pagg. 101, Euro 7,50