Nella collana “Art Stories” l'editore Skira ha pubblicato nel 2006 “Alla ricerca di Penelope Mozart” di Eduardo Rescigno, musicologo e drammaturgo. A prescindere dal titolo, assai intrigante, la copertina è già un invito alla lettura: riproduce un particolare di un dipinto del 1896, “Donna con medaglione”, detto anche “Mistero”, di Lucien Lévy-Dhurmer, che raffigura un profilo di giovane donna, in parte coperto da un velo che le avvolge la testa, con due dita di una mano inserite nella cordicella che essa porta al collo, a mostrare appunto un medaglione da questa sostenuto. Dai diversi toni di verde che riempiono l'immagine, spicca il biancore della pelle di questa figura, dall'atteggiamento davvero misterioso.
E il mistero è la cifra di un racconto-non racconto, un po' finzione e un po' resoconto autobiografico di una ricerca dell'autore, alla cui origine c'è un bisogno di sfuggire alla noia, di fare qualcosa, di avere un progetto. E all'inizio la ricerca di un progetto segue un percorso voluto, ma anche casuale ed in qualche modo fuorviante, che non si precisa se non in un secondo momento.
Un'estate calda e umida a Venezia; una chiesa di scarso valore artistico; il pensiero associativo, che, nell'approssimarsi del 250° anniversario della nascita di Mozart, insegue una pista: la presenza del musicista e di suo padre a Venezia e la loro frequentazione di una famiglia tedesca che risiedeva qui, la famiglia Wider. Inizia la ricerca su di essa e, di documento in documento, si arriva a scoprire la registrazione della morte, il 9 giugno 1819, ad appena cinque mesi, di un bambino, Giacomo Gasparo, figlio di Penelope Mozart.
Rescigno si chiede quale rapporto ci sia tra questa Penelope ed il grande salisburghese, che ha frequentato la stessa zona di Venezia per circa due mesi, fra la fine di carnevale e la Pasqua del 1771, intrattenendo stretti rapporti con i Wider, padre, madre e sei figlie. Ricostruisce i primi giorni del soggiorno di Wolfgang e Leopold, servendosi delle lettere di quest'ultimo alla moglie, con i p.s. di Amadé, della topografia della zona, degli spettacoli di quel periodo, a cui padre e figlio possono aver assistito. E fa congetture, soprattutto sul modo in cui un adolescente probabilmente ha vissuto la vicinanza con le donne di casa Wider: la madre Venturina, la “perla ricona”, come la chiama Amadé in una lettera all'amico Hagenauer, e le sei figlie, le altre “perle”.
Il libro è quindi, in parte, il racconto di un'investigazione: l'autore scopre indizi, elabora congetture, fa scoperte; scorre i documenti d'archivio, legge le lettere (e riporta tutto con maniacale precisione in fondo al testo); si muove in una Venezia che conosce bene e che confronta con il passato: il fondaco dei tedeschi, la chiesa di San Cancian, il chiostro di Sant'Apollonia con l'archivio della Curia Arcivescovile, la biblioteca del museo Correr...e poi i campi, le calli, i luoghi canonici, assediati dai turisti e toccati solo di striscio.
Per un'altra parte il libro ci immerge in scene, dove vivono per brevi attimi i due Mozart, padre e figlio, i Wider, in particolare le sorelle Rosa e Caterina, e poi anche Penelope, un po' sullo sfondo, Penelope che frequentava teatro e locande...
E' interesante il lavorio investigativo dell'autore, che procede tra la ricerca storico-scientifica e la ricostruzione fantastica, permettendosi anche il lusso di una falsa lettera di Mozart alla sorella, scritta secondo lo stile vivace e a tratti giocherellone usato spesso dal compositore; e particolarmente godibili risultano le intrusioni in una storia lontana, che ha la vitalità dell'esistenza reale e dà ogni volta l'impressione di sfuggirci nella sua misteriosità. A conclusione del percorso, ci troviamo di fronte ad un'ipotesi affascinante, ma il mistero rimane, proprio perché il tempo, fattore determinante del racconto, assorbe e travolge tutto, lasciando trapelare solo qualche sprazzo di verità.
Eduardo Rescigno. Alla ricerca di Penelope Mozart. Skira. Euro 15.00