E' un romanzo, “Ieri” di Agota Kristof, su due ossessioni: l'amore per una donna, un amore fantasmatico, che diventa reale; e per la scrittura, lo scrivere come necessità e riscatto.
E' un romanzo su una condizione: la condizione di estrema solitudine e di abbrutimento. Dietro c'è un'infanzia difficile, un delitto (così pensa il protagonista), la fuga dal paese di origine, un paese poverissimo e disperato in un altro ricco e anonimo, dove gli stranieri poveri vivono ghettizzati, con un lavoro al massimo livello alienato: compiere lo stesso gesto tutta la vita.
E' un romanzo di rivolta anche, di una rivolta disperata, cioè impotente, in cui l'unica possibilità è la fuga nell'immaginario e l'autodistruzione.
E' dunque un romanzo necessario, ma anche originale. L'originalità è nello sguardo del protagonista disperato e determinato, teso fino allo spasimo, sul filo di un desiderio di morte, a tratti, folle.
E' nello stile secco e realistico, che diventa, in alcuni capitoli, in modo verosimile, quasi surreale per troppa disperazione.
L'inizio della storia: Tobias Horvath è un emigrato che vive in una cittadina dell’Europa centrale. Solitario e silenzioso, fa l’operaio in una fabbrica di orologi. Un’infanzia tormentata e l’ombra di un delitto commesso in passato lo hanno spinto a rifugiarsi in un paese straniero dove conduce una vita grigia e disperata, addolcita soltanto dall’attesa del grande amore: Line, la donna dei suoi sogni...
Da questo romanzo è stato tratto il film “Brucio nel vento” di Silvio Soldini.
Agota Kristof. Ieri. (Hier). Traduzione di Marco Lodoli. Einaudi.