Questo famoso racconto si dipana intorno ad un rapporto sulla realtà di tipo sentimentale. Sentimento più che Idea, che può tuttavia diventare ideologia, ossia un modo per rapportarsi con se stessi e con il mondo.
Sembra, infatti, quasi che Joseph Roth abbia voluto rispondere a questa situazione: "Cosa succede ad un vagabondo completamente prosciugato da qualsiasi speranza, quando un miracolo lo fa ritornare alla vita, che aveva ormai sepolta?”.
Questo contrasto tra vita ormai persa/vita che risorge produce nel “santo bevitore” una sorta di stupore e di candore ingenuo, senza alcun astio, nessuna lacerazione. Una superiore serenità, come si scriveva un tempo nelle antologie di critica letteraria.
E' questo il segno specifico, il timbro musicale e fascinoso della “leggenda del santo bevitore”. Racconto-poesia più che racconto-romanzo, forse.
dicembre 1978.
Joseph Roth. La leggenda del santo bevitore. Traduzione di Chiara Colli Staude. Adelphi.
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