(Il Signore della Felicità)
Ti farò giocare se lo vuoi
vivere a fondo se lo desideri
Può essere per un solo giorno
o per l’intera tua esistenza
Puoi chiedermi marijuana
vero amore o solo sesso
Ti toglierò tutte le paure
t’inventerò una nuova vita.
Chiamami sono Muzak
il signore della felicità
Tu puoi far parte del gioco
puoi scegliere i colori preferiti
o cambiare la scena a piacimento
Ti mostrerò luoghi sconosciuti
ma dovrai abbandonarti a me
Conoscimi e lasciati conoscere
prendi il mio biglietto da visita.
Carnevale 1980
E' una poesia d'amore questa di Paolo Lucchesi. Nasce non da una realtà vissuta, ma da un'immaginazione di una possibile realtà da vivere, a cui si prestano un volto, un corpo, una sensibilità che noi non conosciamo.
E questo brulichio desiderante si fa disponibilità ai desideri dell'altra in un modo al tempo stesso assoluto e forse per questo anche democraticamente rispettoso. “Ti farò giocare se lo vuoi/ vivere a fondo se lo desideri”
E però questa tensione amorosa diventa, come in certe poesie di Majakovskij, perentoriamente teatrale: “Ti toglierò tutte le paure/ t'inventerò una nuova vita”; o anche gioiosamente teatrale: “Tu puoi far parte del gioco/ puoi scegliere i colori preferiti/ o cambiare scena a piacimento”.
Proprio per questo, dopo il verso “Ti mostrerò luoghi sconosciuti”, che potrebbe preludere a nuove mirabolanti viaggi immaginifici , mi pare troppo frettoloso il successivo verso “ma dovrai abbandonarti a me”, perché contraddice ed anzi limita, anche nel ritmo, questa teatralità aperta di sentimenti e di movimento.
Bella la chiusa finale con i due versi efficaci e essenziali nel loro invito esplicito di corrispondenza: “Conoscimi e lasciati conoscere/ prendi il mio biglietto da visita”. Ed il titolo “Muzak” ricorda la famosa rivista omonima di Giame Pintor, che rappresentava nella musica il desiderio di libertà e di espansione esistenziale.
Paolo Lucchesi è nato a Porto Alegre(Brasile) il 14 luglio 1954, dove ha vissuto fino a 10 anni. Si è poi trasferito a Lucca, dove tuttora vive. E' counselor biosistemico, lavora con l'educazione all'ascolto, coi bambini e conduce corsi per adulti sul Bambino/a Interiore. Ha frequentato corsi con gli amerindiani e lavorato con la spiritualità della foresta amazzonica.
Attualmente sta cercando di trovare altre persone con cui mettere in piedi un progetto culturale a 360 gradi di informazione, diffusione e recupero multimediale della nostra memoria storica, oltre che a dare spazio alle proposte giovani e non solo, che non trovano spazio. L'intento è quello di lavorare sulla musica, il teatro, la poesia, il cinema, i bambini, la pittura, il counseling.
da ARCIPELAGO, rivista dell'Arci di Lucca
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