Mi colpisce innanzitutto, ma come potrebbe essere diversamente, la centralità dell'uomo colto dal basso in alto in tutta la sua statura, piegato dalla fatica del sacco schiacciato sopra la schiena e infastidito dalla pioggia battente. La bocca aperta, con la chiostra dei denti, diventa un piccolo dettaglio, ma quanto importante! Provate ad immaginare questo dettaglio ingrandito per dieci, per venti!
L'uomo, piegato, affaticato, infastidito è collocato al centro delle due linee di fuga dei due vagoni di treni, fermi sui binari, con uno sfondo quanto mai significativo: un uomo che si affretta, il piede rialzato, due donne strette sotto l'ombrello, che ancora di più sottolineano quella situazione, quel tempo.
Allora: dov'è la bellezza?
La bellezza è nell'autenticità dell'esistere, nella sua nudità, senza artifici estetici. Tutto è naturale: l'uomo e i vestiti, la pioggia e il cielo grigio, i vagoni del treno e la fatica del quotidiano esistere.
La bellezza la trovo anche nella scelta dell'inquadratura, nella geometria della composizione, nella sua linearità ed essenzialità, nell'uso del bianco e nero.
L'insieme di tutto quanto dà all'attimo scolpito una forza simbolica: c'è una situazione nel suo essere, un luogo, un tempo quotidiano, che è già storico.
Nikos Economopoulos è nato in Grecia, nel Peloponneso nel 1953 ed è uno dei fotografi della Magnum.
Scrive tra l'altro:
“Fotografo grazie alle mie sensazioni: anche i luoghi più poveri, o più lontani, mi fanno sentire bene. Si tratta di posti dove sento che esiste qualcosa di profondamente autentico nell'atmosfera. L'autenticità mi rende felice e mi dà modo di realizzare buone foto” Nikos Economopoulos. Albania, 1991. Stazione centrale di Tirana.
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