29 agosto 2013

"Del Sedere" di Maurizio Della Nave



"La sedia di Gauguin" di Vincent Van Gogh

Prendiamo una sedia.  Con la sua struttura oramai consolidata, qualcosa che da terra si alza per arrivare ad un piano su cui sedersi e dal quale eventualmente continua una superficie d’appoggio..., con forme e materiale diversi è pur sempre una sedia. Nessuno si sognerebbe di farla capovolta se non per pura espressione artistica o di design estremo..., la sua funzione è perfettamente espletata da una primitiva struttura di base che nel tempo non è mai mutata.

In fondo, ciò che cambia effettivamente in una sedia è l’essere umano che vi si siede (tralasciando di considerare particolari esperimenti da circo con elefanti e cose similari). Non tanto per la diversità personale, quanto per l’azione del sedersi.., sempre diversa e con angolazioni e posizioni dissimili. Certo esistono delle regole di postura, regole ergonomiche che imporrebbero misure e posizioni ben definite in funzione della persona.., ma raramente vengono rispettate.  E del resto lo stesso essere umano costruisce delle sedie che nulla rispettano della struttura ottimale, creando egli stesso anomale posture che fanno ingiustamente imputare alla sedia colpe di dannosa scomodità.

Cosa deve sopportare una sedia!... Per non parlare di come viene trattata e di cosa gli tocca subire: stoffe ruvide e sporche, deretani pesanti e sudati, odori nauseabondi e suole di scarpe... Non c’è rispetto per chi da sempre si dedica al riposo ed allo stato di comodità dei sedenti. I quali, poveretti, non hanno neppure ancora raggiunta una stabile e consolidata struttura di base non ostante (sembrerebbe) esistano da maggior tempo delle sedie stesse.

Una veloce analisi di queste disquisizioni porterebbe naturalmente a pensare che la sedia, nel suo silenzio secolare, ha raggiunto un equilibrio ed una maturità senz’altro infinitamente più profondi di un qualunque essere umano.., e ciò la dice lunga su questo pianeta. Dove invece si tenta spesso di eliminare la sedia in quanto ostacolo all’attività sempre più frenetica di produzione e di movimento fine a sé stesso. Quando l’essere umano scomparirà le sedie resteranno ma forse avranno perso la loro funzione... Esiste dunque un rapporto di simbolica simbiosi tra le due entità: l’uno ha bisogno della sedia per non stancarsi della vita e l’altra ha bisogno della vita per non perdere il suo significato strutturale...

 Una meditazione da considerare...

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