Stefania Cardone |
La musica è un'ottima
compagna di vita e le canzoni possono ricordarti momenti belli, brutti o a
volte anche niente di tutto questo, pure istanti normali, che chissà perché si
fissano nella mente.
Due di loro,ogni volta che le ascolto, mi fanno tornare alla memoria un determinato periodo della mia vita.
Così, senza nessuna pretesa di scrivere cose straordinarie.
Due di loro,ogni volta che le ascolto, mi fanno tornare alla memoria un determinato periodo della mia vita.
Così, senza nessuna pretesa di scrivere cose straordinarie.
Inverno 1983.
LA DONNA CANNONE -FRANCESCO DE GREGORI
E' sera, c'è molta neve, le strade sono bianche da tanto, le auto non tolgono nemmeno più le catene, mio padre sta preparando la cena, penne al ragù spadellate con besciamella (l'epoca di Masterchef è ancora lontana e le penne spadellate sono un piatto di tutto rispetto).
Siamo solo io, lui e mio fratello, mia mamma è all'ospedale per un piccolo intervento.
Papà si accorge di essere rimasto senza sigarette e mi manda al bar del paese a comprarle. Mi vesto, sotto al berretto le cuffie del mio walkman rosso, con "la donna cannone" in sottofondo. Arrivo sul ponte, guardo sotto di me l'acqua del Curone che scorre col bianco della neve, sembra uno specchio che tutto riflette.
Rimango lì ad ascoltare la canzone.
LA DONNA CANNONE -FRANCESCO DE GREGORI
E' sera, c'è molta neve, le strade sono bianche da tanto, le auto non tolgono nemmeno più le catene, mio padre sta preparando la cena, penne al ragù spadellate con besciamella (l'epoca di Masterchef è ancora lontana e le penne spadellate sono un piatto di tutto rispetto).
Siamo solo io, lui e mio fratello, mia mamma è all'ospedale per un piccolo intervento.
Papà si accorge di essere rimasto senza sigarette e mi manda al bar del paese a comprarle. Mi vesto, sotto al berretto le cuffie del mio walkman rosso, con "la donna cannone" in sottofondo. Arrivo sul ponte, guardo sotto di me l'acqua del Curone che scorre col bianco della neve, sembra uno specchio che tutto riflette.
Rimango lì ad ascoltare la canzone.
Estate 1984.
ANNA E MARCO - LUCIO DALLA
Sera d'estate. Siamo fuori, vicino alla piccola discoteca di Giarolo, pieno di gente, luci, risate, il bar, la musica in sottofondo, le sgommate delle moto e l'inconfondibile puzza di benzina.
Le vespe, i PX "elaborati", taroccati, con la radio nei cassettini davanti.
E' da una di queste che arriva "Anna e Marco", al mio amico piace una ragazza che si chiama Anna e non c'è momento in cui non ascolti questa canzone, neppure i juke box trovano scampo che Dalla sia!
Nel momento in cui passa la frase "poi c'è qualcuno che trova una moto..." un altro mio amico passa in impennata e assaggia l'asfalto poco dopo...
Fu così che "trova" diventò "prova una moto", perché si sa, ognuno le canzoni le fa un po' sue, in un modo o nell'altro.
ANNA E MARCO - LUCIO DALLA
Sera d'estate. Siamo fuori, vicino alla piccola discoteca di Giarolo, pieno di gente, luci, risate, il bar, la musica in sottofondo, le sgommate delle moto e l'inconfondibile puzza di benzina.
Le vespe, i PX "elaborati", taroccati, con la radio nei cassettini davanti.
E' da una di queste che arriva "Anna e Marco", al mio amico piace una ragazza che si chiama Anna e non c'è momento in cui non ascolti questa canzone, neppure i juke box trovano scampo che Dalla sia!
Nel momento in cui passa la frase "poi c'è qualcuno che trova una moto..." un altro mio amico passa in impennata e assaggia l'asfalto poco dopo...
Fu così che "trova" diventò "prova una moto", perché si sa, ognuno le canzoni le fa un po' sue, in un modo o nell'altro.
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