di Gianni Quilici
Forse questa foto
di Robert Frank non colpisce immediatamente, forse perché introspettiva
sociologicamente, una foto, cioè, “pensante”. Vediamo.
Evidente la
centralità dell’uomo ripreso in piano americano, perché va oltre se stesso, può
rappresentare una tipica fisionomia della società medio-alta nella Londra degli
anni ’50.
Ce lo dicono la cravatta su camicia bianca, la bombetta
sul capo, l’abito scuro. Ce lo dice il volto, una maschera inespressiva, ma
“sicura” di sé, del proprio ruolo sociale.
Lo sfondo è
tuttavia altrettanto necessario e importante, in quanto rafforza il senso dello
scatto, essendo in rapporto dialettico ( di contrasto e di sintesi) con l’uomo
qui sopra tratteggiato.
Nella linea di
fuga della strada coi marciapiedi e dei palazzi ecco, infatti, la presenza di
uomini e donne, ma senza volto, (il contrasto dialettico), quasi ombre vaganti
a delineare creativamente l’anonimato metropolitano, (la sintesi dialettica),
tipica situazione di allora e di oggi con la differenza che oggi è presente una
varietà di corpi, di abiti, di etnie, di colori, di oggetti tra loro diversi.
Infine sullo
sfondo la giornata grigia e nebbiosa. Possibile metafora sulla condizione di
solitudine urbana e umana in cui si va trascinando il Pianeta. La foto di
Robert Frank va oltre ciò che l’immagine ci rappresenta, delinea un fuori campo
che oggi ci riguarda ancora di più
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