24 marzo 2018

“Giulia la rossa” di Martino De Vita


Marisa Cecchetti

“Ci siamo aiutati a vicenda. Siamo stati noi gli artefici di quella che ho sempre definito un’utopia sociale. Poi gli altri hanno seguito il nostro esempio”.  Con queste parole Arturo si rivolge ad Elisa, la sua compagna, per convincerla della stabilità e profondità del loro rapporto. Intorno  ruotano gli altri personaggi: dal loro incontro, infatti, ha inizio  Giulia la rossa, il nuovo romanzo di Martino De Vita.

Sono tante le figure originali -il pretino, l’eremita, Elisa, Ercole, solo per citarne alcuni- e le  storie si intrecciano e si fondono, fino a  sfociare in  un happy end che non poteva mancare.

Sono personaggi molto diversi  tra loro per cultura ed anche per etnia. Si tratta infatti di storie di rom e di cagge - così sono chiamati dai rom quelli che non appartengono alla loro cultura -  e della costruzione di una salda amicizia, fino al superamento delle rigide regole dei rom ed alla accettazione di matrimoni misti. Perché queste romnì, le giovani zingare, hanno un fascino che fa innamorare i cagge.

Martino De Vita sembra divertirsi a sviluppare la storia attraverso  dialoghi veloci, singhiozzati talvolta, molto vicini al linguaggio delle strisce dei fumetti, con rapidi cambiamenti di scene, con spostamenti rapidissimi da una parte all’altra dell’Italia e fuori, per mare e per terra, fino a Samarcanda, su due camper di seconda mano. Niente è impossibile, anche le difficoltà più ardue si superano, come nelle fiabe.

Nello stesso tempo il libro si arricchisce di interessanti approfondimenti culturali e storici, fino a considerare i giorni più vicini a noi, con  i disordini e le tragedie di molti paesi del Medio Oriente.

Se l’incontro tra culture diverse, con la costruzione di una reciproca fiducia, con la distruzione di stereotipi attraverso la conoscenza delle persone, è un tema di piena attualità ed è anche l’unica prospettiva possibile, altrettanto attuale  è il tema della violenza sulle donne, che nel romanzo ha una parte rilevante. Non si tralasciano i disturbi psicologici e psichiatrici, le ossessioni che purtroppo  sono spesso alla base di comportamenti criminali.

La fantasia di De Vita crea una serie di intrecci amorosi, di situazioni problematiche, di ostacoli, di incidenti, ma non si respira mai l’angoscia profonda della tragedia: il linguaggio rimane leggero, descrittivo; le situazioni, anche le più drammatiche, hanno sempre qualcosa  che ne alleggerisce il peso. Parecchi personaggi sono così eccessivi che finiscono per essere grotteschi, quasi delle caricature  pensate, programmate, che svelano  critiche, condanne, prese di distanza dell’autore. Tutto questo  nascosto tra le carambole ed i rapidi dialoghi.

Martino De Vita, Giulia la rossa, Tra Le Righe Libri 2017, pag. 254, € 15,00





1 commento:

Unknown ha detto...

Cara Marisa, ti ringrazio per la recensione che hai dedicato a "Giulia La Rossa". Ho rilevato, con molto piacere, che il libro è stato letto con attenzione, e che sono stati riportati i passaggi più significativi del romanzo. Non era facile "controllare" tutti i personaggi nelle loro azioni e nei loro dialoghi. Ho preferito mantenerli così come li avevo ideati fin dall'inizio, per cercare di far avvicinare i lettori alle loro diverse problematiche. Ho pensato cioè, che il discorso indiretto poteva avere un impatto meno coinvolgente. Non so se sono riuscito nel mio intento. Penso, in ogni caso che, al di là di qualche eccessiva "irrealtà" sia stato percepito il mio messaggio.
Un caro saluto e un abbraccio. A presto Martino.