“Lucca che vive” è un libro in cui 50 fotografie che ritraggono scorci della città di Lucca vengono interpretate da 50 donne e uomini che vivono, in genere, nella città e di cui anch’essi sono e si sentono parte, come gli animali, le persone, gli oggetti che le fotografie fissano in un attimo della loro esistenza.
Gianni Quilici è l’autore delle foto, coloro che le interpretano vengono definiti, nell’indice biografico, “i suggestionati”, perché a ciascuno di loro si chiede di esprimere la suggestione che scaturisce dall’osservare l’immagine fissata dallo scatto.
Quasi sempre le foto colgono corpi che si muovono senza la consapevolezza di essere ritratti, dandoci il senso del fluire quotidiano del tempo e delle sue esistenze, e quei corpi si stagliano sui selciati e tra le viuzze e gli angoli di pietra di questa città, o ne inseguono le stagioni e il decomporsi dei colori: pedine e attori della sua storia, testimoni involontari ma autentici del suo divenire, documenti interni ad un'immagine dinamica e narrativa.
Trattandosi di un libro, prima di tutto, fotografico, va anche sottolineata la capacità di indagare, attraverso le tecniche proprie del mezzo, gli spazi e gli elementi della rappresentazione. Una mutevolezza di prospettive, di tagli e toni cromatici, nel susseguirsi mai statico dei riquadri, rende con proprietà e bellezza il significato di quel connubio, che è anche del libro: il senso del vivere che storicamente si determina nell'incontro tra i corpi e i luoghi che li accolgono.
L’autore delle foto è anche colui che ha concepito l’idea del libro, e che ci propone di guardare lo spazio urbano lucchese, nelle sue diverse presenze e manifestazioni, filtrandolo con i suoi strumenti visivi, anzi proprio a partire dai suoi personali e non sempre consueti punti di osservazione.
Gli autori dei commenti sono stati al gioco e hanno trasformato il proprio sguardo in una pausa lenta di visione, quella solo con cui le cose ci parlano, acquistano un’aggiunta di senso, inducono al ricordo, producono echi sensoriali che si possono ascoltare, decifrare, traslitterare. E la gamma delle reazioni possibili, di fronte allo stimolo di un’immagine, è ampia ed eterogenea.
Come dimostra la pluralità degli scritti che affiancano le fotografie, uno per ciascuna di esse, alcuni in prosa, altri in forma poetica, alcuni più attinenti all’immagine cui si riferiscono, molti per i quali gli elementi fotografici sono la materia che innesca il ricordo che si allarga o che guida a recuperare momenti sfuocati della propria vita, magari scoprendola frettolosa e distratta.
Si sente sempre un’attenzione all’immagine e a ciò che essa è capace di proiettare dentro, ma ciascun autore si fa rapire da qualche elemento in particolare, a testimoniare un'inevitabile implicazione soggettiva nel guardare quello che apparentemente rappresenta un angolo di realtà con sue evidenti connotazioni.
L'operazione interessante, in questo libro a prima vista semplice, lineare nella sua ordinata duplicità di piani, è proprio il saper sottolineare quanto l'emozione visiva si presti ad attivare la verbalità del proprio vissuto, e come da una codificazione tutta soggettiva si possa arrivare ad una lettura plurale in cui si sovrappongono e si alternano gli aspetti compositi di una stesso spazio di reale.
Sono pagine da sfogliare, lasciandosi sorprendere dalla circolarità del taglio iconico, che introduce peraltro ai diversi capitoli in cui il libro si articola – campo lungo, corpi, quotidiano, lavorare, fare, utopie – e insieme un assemblaggio di testi da meditare, immedesimandosi nelle proiezioni interiori di ciascun autore, trovandovi spunti per confrontarsi o riconoscersi.
Insomma, tanti modi per leggere una città attraverso gli occhi e le menti di tante persone che la osservano e la pensano e diversamente la riflettono, altrettanti momenti per riflettersi negli spazi che esternamente ci accolgono e intimamente ci trasformano, o ci deformano.
Gianni Quilici. Lucca che vive. maria pacini fazzi editore. Pag. 120. Euro 9.00.