L’insondabile mistero di Hannah
di Luciano Luciani
A
vent’anni dalla sua prima raccolta di racconti, (Epolenep, Nerosubianco,
Lucca 1993), Beppe Calabretta torna alla narrazione breve, individuata come la
forma espressiva più adatta a illuminare il nostro presente, le sue
contraddizioni e angustie.
Dodici
i racconti, tutti dalla parte dei più deboli: anziani, adolescenti di ieri e di
oggi, giovani dalla figura sociale incerta e fragile, anziani, donne… A
testimonianza di una radicata ispirazione civile, mai contraddetta nella ormai
lungo e meritorio lavoro di scrittura di questo Autore calabro-toscano dalla
parola netta e comunicativa.
Ed
è Hannah,
il racconto eponimo, quello che dà il titolo all’intera antologia, a
rimanere più e meglio nella memoria e nel cuore del Lettore: la storia dell’incontro,
amicizia e separazione di due vite in ricerca. “Galeotta” Lucca, città dal
fascino sottile che non ti aspetti mai, che ti sorprende sempre con le sue
piazze, le sue strade al gusto di Medioevo, le chiese, le leggende dei suoi
santi e delle sue donne famose.
Al
solito un uomo e una donna: lui un Calimero venuto dal sud che cerca senso e
appartenenza in una militanza politica indefessa e coerente; lei, una ragazza “senza
tetto né legge” dalle origini lontane, tormentata da inquietudini esistenziali
e familiari. Due tipici esponenti dei giovani e delle ansie di quella
generazione sbrigativamente definita del “sessantotto e dintorni”: lui tempra
la sua voglia di libertà con le pratiche quotidiane della politica,
immergendosi in toto nella storia del
suo tempo; lei, invece, più fragile, più mossa, più tenera e tagliente insieme,
senza certezze, provvista solo della forza di un’antica saggezza, vorrebbe
volare. E una sera si arrampica in cima a una famosa colonna, mimando il volo e
suscitando così lo sgomento del suo compagno, più impacciato, più terrestre più
legato alla concretezza ma anche alla prosaicità del quotidiano.
Ecco
Hannah è la storia di un’amicizia inconsueta, difficile: “Lo sapevamo
noi di che filo era fatta la nostra tela e ci bastava”. Forse perché entrambi
erano venuti da lontano, in fondo stranieri in una terra straniera.
E
alla fine sarà lei, l’anima meno rasserenata, a partire di nuovo alla ricerca
delle proprie, problematiche radici.
Le
anse, le pieghe, gli anfratti di questa storia d’amicizia e d’amore sono
esplorati con attenta sollecitudine da Beppe Calabretta anche grazie a un
linguaggio ora scabro e realistico, ora fortemente evocativo del mistero di
Hannah. Sempre comunque capace di descrivere gli scenari magici della “città
murata” e i sinuosi sviluppi dei sentimenti.
Muto
testimone del trovarsi, prendersi e separarsi dei protagonisti la statua di San
Michele arcangelo, che svetta sulla chiesa omonima e della piazza sottostante
controlla, da quasi un millennio, amori e affari, traffici e sentimenti.
San
Michele arcangelo, vincitore, ancora una volta, sul drago della solitudine e
del disamore.
Beppe Calabretta, Hannah e altri racconti, prefazione di Antonio Seracini,
Bonaccorso editore, Verona 2013, pp.100, Euro 12,00
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