Sostiene Pereira è un romanzo con una voce che senza volere
s’impone : quella del protagonista.
Una voce che ha
una sua musicalità: soprattutto per la ripetizione continua di quel “sostiene
Pereira”, ma anche per elementi narrativi assillanti: il caldo torrido e il
ventilatore, l’omelette alle erbe e la limonata con molto zucchero. Leit motiv,
formali e nello stesso tempo sostanziali, perché contribuiscono a delineare una città e un personaggio .
Una voce che
trasmette dei sentimenti articolati, che diventano poi attimi di poesia: la malinconia,
di chi vive nel ricordo, nel ricordo della moglie, con la cui fotografia
continua ancora a parlare, o della giovinezza viva e spavalda; la stanchezza (e
la pigrizia, anche sessuale) di chi deve portarsi dietro un corpo grasso,
flaccido e sofferente di cuore; un senso di morte (e dei morti) attraverso
anche una complicità letteraria; il compiacimento per essere il responsabile
della pagina culturale del quotidiano del pomeriggio “Lisboa”, ed infine una percezione contraddittoria
tra la scelta di neutralità politica nella Lisbona del 1938 sotto il fascismo
di Salazar e nello stesso tempo il senso di inquietudine per la semimilitarizzazione della
città, per le voci che corrono di delitti del regime contro lavoratori e
manifestanti.
E’ questo
contrasto che dà forza alla trasformazione di Pereira, che si trova interrogato,
criticato e coinvolto, che vede coi suoi occhi ciò che prima non voleva vedere e
che sceglie, che agisce, che si responsabilizza rispetto alla sua terra e alla
storia, aiutato da incontri, parole, fatti, che hanno una radice in lui già
all’inizio, quando difende la sua neutralità e quella del giornale rispetto
alla politica.
Ed è un
personaggio, quello di Pereira, mediato.
Non scrive in prima persona, ma viene tradotto da chi lo, per così dire, lo trascrive (Antonio Tabucchi) . Un personaggio
che, pur essendo colto sul versante letterario, spesso non sa interpretare le
ragioni di ciò che ha pensato e fatto; che, a volte, rifiuta di raccontare ciò
che ha provato, perché si prefigge di far conoscere soltanto una parte della sua
esistenza, quella più pubblica. Un personaggio quindi, articolato e poetico,
con uno spazio di mistero, che ti cattura perché reso nel tumulto di questa
trasformazione.
Ma tutti i
personaggi del romanzo hanno una loro precisa caratterizzazione, scolpiti senza
ambiguità: a favore del regime, come il direttore del Lisboa o la portiera, o
decisamente contrari come il dottor Cardoso e padre Antonio…
Su tutti forse Marta
è il personaggio più intrigante, perché è quello che, agli occhi di Pereira,
appare il più desiderabile e misterioso come si evince dal primo momento che la
vede:” La ragazza che arrivò, sostiene Pereira, portava un cappello di refe.
Era bellissima, chiara di carnagione, con gli occhi verdi e le braccia
tornite”.
Sullo sfondo il
fluire della vita di una Lisbona sfavillante nella sua bellezza, ma anche cupa nella
sua ottusa, opprimente ferocia fascista. La bellezza vive in quei sentimenti
veri e contraddittori che corrono nel romanzo e che lasciano il desiderio di
viverli o ri-viverli anche a noi lettori.
Antonio Tabucchi. Sostiene Pereira. Feltrinelli
editore.
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