
di Maddalena Ferrari
Mi colpisce sempre, della compagnia del Carretto ed in particolare della sua ispiratrice, Grazia Cipriani, la profondità della lettura del testo e la stratificazione culturale e metaforica.
Rimango poi sempre sorpresa ( ma è anche un elemento che tengo in conto, avendo seguito, nel corso dei diversi allestimenti realizzati in tanti anni, le creazioni immaginifiche di Graziano Gregori ) e affascinata dalla capacità di evidenziare corporeità e materialità di personaggi, figure, oggetti. Gli attori, corpi atletici ed elastici, sono tutt'uno con qualsiasi “cosa” faccia parte della messa in scena , sostanza e forma. Lo spazio è un non-luogo da sezionare, riempire-svuotare, dilatare-rimpicciolire.
In questo caso, la scena, nuda, ha sul fondo una serie di pannelli neri, in cui si aprono stretti varchi e piccole finestre. In questa scenografia oscura e opaca si muovono o sono mossi personaggi e oggetti; nel fuori campo, suoni e musica inquietanti, perché estranianti; più volte sentiamo l'aria di Puccini “O mio babbino caro”, a sottolineare un rapporto affettivo al tempo stesso coinvolgente e costantemente tradito.
Solo due attori parlano: il Pinocchio-burattino dello straordinario Giandomenico Cupaiuolo, che, senza alcun naturalismo, dice, racconta, immagina, desidera, raramente colloquia e si muove con il suo corpo legnoso e meccanico, capace dei più arditi contorcimenti; e la Fata Turchina, bamboccia vociante e sgraziata, un po' coscienza, un po' mamma,un po'sorella.
E' un Pinocchio, anche, fenomeno da circo-animale. Uomo e animale ( Gatto e Volpe, ma pure Asino-Lucignolo e Asino-Pinocchio ) sono legati da un nesso, che viene percorso ora in un senso, ora in un altro, in un continuo processo metamorfico. Lo stesso si può dire del rapporto corpo vivo- corpo morto, corpo autonomo- pupazzo eterodiretto.
La strana fiaba di Collodi, bizzarra, moralistica e funerea viene letta attraverso la drammatizzazione quasi espressionistica dei contenuti e la chiave psicoanalitica, nel conflitto irrisolto tra edonismo e (auto)punizione, piacere e dolore, amore e morte.
PINOCCHIO
da Carlo. Collodi
Teatro Del Carretto
adattamento e regia Maria Grazia Cipriani
scene e costumi Graziano Gregori
suono Hubert Westkemper
luci Angelo Linzalata
interpreti:
Giandomenico Cupaiuolo, Elsa Bossi,
Giacomo pecchia, Giacomo Vezzani,
Elena Nenè Barini, Niccolò Belliti,
Jonathan Bertolai, Carlo Gambaro.