di Luciano Luciani
Sfigato
è l’Eroe. Anzi sfigatissimo. Fragile e incerto, Guy Forget, americano,
californiano, losangelino, è un inguaribile pasticcione: l’ennesima variante
dell’ “uomo senza qualità” aggiornato ai primi anni del terzo millennio. Lo
incontriamo all’inizio del romanzo già in coma e lo lasciamo alla fine immerso
nei suoi pensieri, lucidi e terminali, qualche istante prima che qualcuno
decida per lui di staccare la spina e di abbandonare per sempre questo stadio
imperfetto dell’esistenza che è la vita.
In
mezzo tutto un mondo: relazioni, affetti, idee, speranze, progetti, sogni…
Inetto
di bella presenza, Guy condivide i suoi giorni con un amico, precario
esistenziale, lo scudiero cialtrone delle sue sgangherate imprese; ama Violet,
vedova consolabile, consolabilissima; un padre che decide di anticipare di poco
la dipartita del figlio; una madre che del figlio non ha mai capito niente; un
fratello poco amato, prudente e taccagno, “cervellone” professore di fisica
teoretica al M.I.T; un Nemico, tanto invidioso, quanto maligno e irriducibile,
“ho odiato Guy Forget con l’intensità del caloro bianco e della magia nera”,
senza dimenticare la Regina
dei Motomalandrini, un gruppo di bikers minori impegnati nella caccia ai pedoni
e ai ciclisti… Aggiungiamo, poi, un folle progetto di “finanza creativa”, tanto
demenziale da poter, chissà, anche funzionare e una piccola impresa criminale
gestita in maniera che più maldestra non si può.
Ora
dissolvete i piani temporali del racconto e mescolateli disordinatamente,
fornite alla storia un linguaggio veloce, diretto, cinematografico, fitto di
dialoghi infarciti di lessico da internauti e di musica rock e avrete tra le
mani questo Fallire un’opera narrativa originale e spiazzante, provocatoria
e abrasiva.
L’ha scritta James Greer, giornalista e critico musicale
cinquantenne, eclettico protagonista della scena musicale americana da almeno
vent’anni. Un romanzo che è piaciuto al regista Stephen Soderbergh, quello Sesso,
bugie e videotape, Erin Bronckovich, Ocean’s
eleven, Ocean’s Twelve e Contagion: “Fallire di James Greer è
un successo così totale , per concezione e realizzazione, che dubito fortemente
che lo abbia scritto davvero lui.”
Una dichiarazione in tono con lo spirito
beffardo e pungente del libro, pubblicato in Italia per merito della piccola,
coraggiosa, enigmatica editrice Quarup, che, in almeno un paio di occasioni
l’anno, non manca mai di sorprendere i suoi lettori proponendo testi di
graffiante qualità.
Pensiamo
che al romanzo di Greer e ai suoi intraprendenti e scanzonati traduttori/redattori
italiani si attagli bene una frase di Samuel Beckett: “Tentare di nuovo.
Fallire di nuovo. Fallire meglio.”
Luciano Luciani
James
Greer, Fallire, traduzione di Valerio Murri, Quarup, Pescara 2012, pp.
175, E. 14,90
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