di Marisa Cecchetti
Perfettamente aderente ai molteplici aspetti della
società moderna, L’equilibrio sospeso
degli aironi, secondo romanzo di Liliana di Ponte, è una dimostrazione di
quella che il sociologo Zygmunt Bauman definisce liquidità e fluidità delle cose, del loro trasformarsi,
della loro breve durata, si tratti di ciò che desideriamo e possediamo, o degli
affetti stessi, l’amore, le relazioni
familiari. Così Thomas, un ragazzino molto sveglio, intuitivo e sensibile, ha
visto finire il legame tra suo padre e
sua madre: lui vive in Inghilterra, lei a Firenze ha un nuovo amore, un
fotografo impegnato spesso in zone di guerra. Ma anche i nonni di Thomas sono
molteplici, perché la nonna materna, una gallerista fiorentina, ha un fidanzato
bancario che vive all’estero, e il nonno
materno, personaggio per altro un po’ inquieto, ha una nuova compagna. Thomas vorrebbe una
famiglia normale, senza doversi dividere tra il padre e la madre, ma sa
adattarsi con elasticità al grande gruppo, soprattutto desidera che tutto funzioni, comprese le relazioni
corrette tra gli ex. Un gruppo con le sue tensioni interne, con momenti di
crisi e di distensione, che fa tornare in mente il film “La famiglia” di Ettore
Scola, regista che aveva già interpretato
le trasformazioni in atto nella nostra società e nel costume .
Nel
romanzo l’autrice, partita da questo affresco di varia umanità, all’improvviso
dà una sterzata, crea la suspence del giallo intorno a Thomas, che un giorno
non rientra a casa da scuola. Il dramma in cui precipita la famiglia
rende più complesse le relazioni, perché il dolore vuole silenzio, perché le
parole di conforto e di speranza cadono nel vuoto.
Non ci sono solo i problemi privati nel romanzo, ma lo
sguardo spazia sul mondo, le barriere non esistono, l’Europa è casa comune,
l’Afghanistan è presente con il suo carico di tragedia. Fanno pensare ad aironi
che riposano su una zampa sola i bambini delle foto, bambini “a cui una mina
aveva portato via una gamba”, che “sono
contenti che qualcuno si interessi a
loro. Scherzano in gruppo, si muovono con naturalezza sulle stampelle,
come se avessero messo in conto da sempre ciò che sarebbe accaduto”.
Ma forse tutti i personaggi hanno un equilibrio
precario, come se camminassero su una gamba sola. E’ l’indeterminatezza
dell’esistere che va oltre i personaggi e abbraccia l’umanità intera. Può
essere superata solo con gesti d’attenzione e di amore. La scrittrice si affida ad un narratore esterno che si affianca e si alterna
alla narrazione in prima persona. Sono pause, angoli, dove ogni personaggio si apparta per
raccontarsi, per scendere nel suo privato. Il diario diventa un rifugio e un confidente virtuale,
indispensabile soprattutto per accogliere quel dolore materno che, al momento
della scomparsa di Thomas, altrimenti
troverebbe via d’uscita solo nella pazzia.
Liliana Di
Ponte, L’equilibrio sospeso degli aironi,
Arezzo, Zona Contemporanea, 2013, pp.142, euro 14.00
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