di Luciano Luciani
Denso di dottrina storica e geopolitica, il libro Giovanni Armillotta
I popoli europei senza Stato,
sottotitolo Viaggio attraverso le etnie
dimenticate, è illuminato da una condivisibile intenzione: quella di
fornire una mappa continentale delle nazionalità obliate. Una topografia degli
sconfitti: ovvero genti, le cui ragioni identitarie sono state piegate da
poteri politici e militari, economici e amministrativi, più forti e, di
conseguenza, costretti all’interno di schemi statuali in cui si riconoscono con
una sofferenza più o meno accentuata. E a essi reagiscono, in forme che vanno
dalla resistenza culturale (difesa della lingua, della letteratura, degli usi e
delle tradizioni) sino a manifestazioni violente sfocianti talora nel ricorso
episodico o sistematico al terrorismo. È il caso del relativamente recente
inasprirsi del movimento autonomista bretone, oppure del fenomeno più largo e
storicamente più duraturo nel tempo dei Paesi baschi spagnoli e francesi, le
cui organizzazioni indipendentiste si muovono da decenni sul pericoloso
discrimine tra trattativa politica e pratica dell’attentato. Certo è che il
rispetto del principio dell’autonomia, innanzitutto culturale e poi anche
amministrativa, in forme il più possibile larghe e partecipate è destinato a
diventare la prova provata, la cartina di tornasole dell’effettivo grado di
democrazia dell’Unione Europea.
Il documentato libro di Giovanni Armillotta, giornalista e attento
studioso di questi nodi problematici, fa il punto su tali delicate questioni di
natura geografica, storica, economica, religiosa e si propone come un lavoro
importante, utile e, direi quasi, imprescindibile per quanti intendano muoversi
nel presente non solo come cittadini europei consapevoli, ma anche come
cittadini italiani coscienti delle complicatezze della loro comunità nazionale.
Le sue pagine, infatti, fanno riferimento anche ad alcune realtà che ci
riguardano da vicino: l’oltre mezzo milione di cittadini italiani di espressione
friulana distribuiti tra le province di Udine, Pordenone e Gorizia; gli
Occitani d’Italia, quasi 200 mila persone che abitano prevalentemente nelle
aree piemontesi di Cuneo e Torino; i Ladini d’Italia, presenti a Belluno,
Bolzano e Trento, che subirono un pesante processo di denazionalizzazione sotto
il fascismo; la complessa specificità culturale della Sardegna che tocca oltre
un milione di abitanti.
Questioni, come
scrive nella Presentazione Maurizio
Vernassa, docente presso la facoltà di Scienze politiche dell’Università di
Pisa, che confermano l’importanza della categoria dell’autonomia “nella sua
essenziale azione di protezione, difesa e valorizzazione dei propri valori
identitari, concorrenti e non antagonisti nella costruzione della nuova
identità comune, la cui forza può risiedere senza alcun dubbio anche nel
pluralismo delle voci che contribuiscano positivamente a realizzarla, riuscendo
in tal modo a vincere le occorrenti conflittualità politiche”.
Giovanni Armillotta, I popoli europei senza Stato Viaggio
attraverso le etnie dimenticate, Jouvence, Roma, 2009, pp. 184, Euro 16,00
Nessun commento:
Posta un commento