02 febbraio 2011

"Tornare sulle strade del cuore, memorie e immagini di Pierluca Pontrandolfo"

a cura di Armando Sestani e Luciano Luciani


Ventuno anni fa, proprio a ridosso del Natale, a soli 35 anni, chiudeva la propria esistenza Pierluca Pontrandolfo: durante tutta la sua breve vita di militante anarchico si era impegnato a organizzare l’opposizione sociale e a coltivare la memoria, individuata come terreno privilegiato di iniziativa culturale e politica. Finché le forze glielo consentirono, Pierluca si dedicò a ricostruire e far conoscere i fatti e le idee della classe operaia lucchese e dei suoi protagonisti: con competenza, entusiasmo e amore (sì, perché per lui ‘ricordare’ voleva dire soprattutto ‘tornare sulle strade del cuore’!) cercava e ricuciva le parole degli anziani, i ricordi dei vecchi dirigenti politici e sindacali, utilizzando con intelligenza sia le testimonianze scritte, sia quelle orali, abile come pochi nell’uso dello strumento dell’intervista per strappare dall’oblio la storia degli ‘anonimi compagni’ del movimento operaio lucchese. Dopo la sua scomparsa, in suo nome e proprio nella sua città, utilizzando intuizioni e metodi di lavoro che gli erano stati propri, hanno preso vita non poche né effimere iniziative tese a recuperare un intero patrimonio di conoscenze altrimenti destinate a smemorare e a riportare alla luce le straordinaria ricchezza umana, culturale, politica di esperienze di uomini e donne ‘all’opposizione’ da sempre trascurate e relegate solo nell’ambito del folklore.

Mettere in valore la memoria dei ‘senza potere’, dei ‘senza voce’, dei ‘senza storia’ e farne prezioso materiale per la storia delle classi subalterne è stato il lascito più importante e prezioso di questo nostro caro compagno.

Ma Pierluca non ha rappresentato solo questo: per molti di noi, che con lui hanno condiviso le ansie e gli entusiasmi, le passioni e le sconfitte, quelle di un’intera generazione, egli è stato, anche e soprattutto, un amico sincero e affidabile, buono e generoso, mite e disinteressato, quello che ognuno di noi sarebbe voluto e non è mai riuscito a essere.

Forse è per questo che il suo ricordo non si appanna e, a distanza di tanto tempo, oltre vent’anni ormai, permane così intenso, vivido, forte da fare spesso di lui il nostro testimone silenzioso, ma perspicace e ironico del nostro inabitabile presente: chissà cosa avrebbe detto Pierluca delle vicende politiche dell’oggi; chissà come giudicherebbe la catastrofe etica e culturale che ci sta davanti e rischia di travolgerci. Lui, anarchico e cristiano, padrone di niente e servo di nessuno, chissà quale opinione avrebbe degli attuali assetti di potere, non più democratici e non ancora propriamente fascisti se non per i suoi amati reietti, gli spostati, i respinti…

E quando gli chiediamo se mai passerà e se riusciremo a sopravvivere a questo orrore, lo vedo, col sorriso e gli occhi buoni, risponderci che merita, ancora e sempre, ricordare e raccontare un mondo che non c’è più per regalarci la voglia di ripensarne un altro, nuovo, diverso, migliore.


dall’Introduzione di Tornare sulle strade del cuore, memorie e immagini di Pierluca Pontrandolfo a vent’anni dalla scomparsa, a cura di Armando Sestani e Luciano Luciani, Lucca 2011, pp.66