di Gianni Quilici
Un racconto
ambizioso: smitizzare due grandi protagonisti del pensiero occidentale e non
solo: Socrate e Platone. Dürrenmatt, infatti, capovolge e deforma la morte di
Socrate (e il rapporto con Platone) così come Platone la racconta in tre celebri opere: Apologia di Socrate, Critone, Fedone.
Platone viene presentato, infatti, come un aristocratico rigido e pomposo, avido
di popolarità e geloso di Socrate. Socrate,
invece, come un tipo eccentrico,
grasso e brutto, ma molto popolare, un beone geniale, che non manca a un solo
banchetto, ma che ha il vizio di rubacchiare qua e là monili e statuette con cui
rimpingua la bottega di antiquariato della moglie, la bionda Santippe, donna
pratica e generosa. Da qui l’idea di Platone: sfruttare la situazione, ricattare
Socrate, offrendogli denaro in cambio
dei dialoghi che solitamente getta al vento….
Un racconto che vorrebbe essere divertito e
cattivo, parodistico e brillante, è, a mio parere invece, un’occasione mancata.
Un racconto inutile.
Per una ragione
banale: per fare della parodia occorre essere all’altezza dei personaggi
trattati. Ora di Socrate sappiamo
soprattutto ciò che di lui scrive Platone, ma di Platone attraverso le sue
opere conosciamo il pensiero mobile
e arioso, problematico e aperto e soprattutto complesso con, in più, una
grande capacità di vivezza narrativa, rarissima tra i grandi filosofi. Qui non
c’è niente, neppure in negativo, di tutto questo. Sono così conformisticamente quotidiani
Platone e Socrate da non suscitare alcun interesse.
Friedrich Dürrenmatt. La morte di Socrate.
Marcos Y Marcos
1 commento:
Il concetto di inutilità e di occasione perduta è così chiaro che non esorta alla lettura.esperimento per vedere se riesco a veicolare il commento.
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