, “Il libro dei brevi amori eterni” di Andrei Makine
di Mirta Vignatti
Devo la segnalazione di questo libro ad un'attenta lettrice di un
gruppo di lettura, e mai consiglio di un autore da leggere fu più
opportuno.
In questi brevi ma intensissimi 8 racconti collegati tra
loro, trova voce la figura di colui che in tempi relativamente recenti,
nella ex-Urss, sarebbe stato definito un contro-rivoluzionario o quanto
meno un dissidente in odore di Gulag. Ma non c'è livore nella
ricostruzione della memoria, nelle riflessioni e nei giudizi dell'alter
ego di questo autore, che da tempo vive in Francia ed in francese
scrive. C'è piuttosto un'amarezza di fondo -e a volte ironia- che
pervadono le descrizioni delle parate di regime, le feste del I° maggio,
la propaganda, i grandi ritratti del Presidente di turno innalzati
ovunque (godibilissime le pagine in cui si racconta del grande
cartellone in compensato raffigurante un accigliato, gonfio e
cespuglioso Breznev, fatto oggetto di furtivi e rischiosi lanci di
ortaggi dai vagoni di un treno che passa lì vicino).
Makine comunque non
ci propone soltanto le sue considerazioni politiche; gli aspetti della
storia minore dell'Unione Sovietica di quegli anni si intrecciano con la
storia personale del narratore, e acquisiscono toni di delicata
leggerezza e rimpianto quando vengono ricordati i primi amori e i primi
dolorosi lutti. La scrittura in questi racconti si fa poetica e riesce a
far percepire in profondità al lettore le sensazioni, i turbamenti, le
ansie e i rimpianti vissuti dal protagonista.
Insomma, un libro che si
legge con piacevole sorpresa e che aiuta -nella parte più propriamente
politica- a capire il reale livello di grettezza e di idiozia che, ora
come allora, caratterizzano i regimi totalitari di ogni latitudine. Sono
già in attesa de “Il testamento francese”, opera più recente dello
stesso autore. Penso che Andrei Makine sia da tenere d'occhio.
Andrei Makine, “Il libro dei brevi amori eterni”, Einaudi 2012.
Nessun commento:
Posta un commento