di Gianni Quilici
Un racconto lungo
che scorre via velocemente, travolge e assorbe
narrativamente. Può piacere a chiunque: dai bambini delle elementari al più
sofisticato dei lettori.
Storia vera
raccontata a Gabriel Garcia Marquez, allora giornalista, da un marinaio, Luis
Alexandro Velasco, che era stato trovato moribondo su una
spiaggia deserta, dopo essere stato per dieci giorni su una zattera alla deriva
nel Mar dei Caraibi, in seguito al naufragio del cacciatorpediniere, del cui equipaggio faceva
parte.
Grazie alla “spiccata
tendenza all’arte del narrare, alla capacità di sintesi e a una spaventosa
memoria” del giovane ragazzo, utilizzato come eroe in Columbia dalla dittatura
militare e folcloristica del generale Gustavo Rojas Pinilla, Marquez ci
restituisce una storia palpitante in uno scenario nitidamente visivo. Noi
viviamo, con il protagonista, una miriade di situazioni: il mare calmo piatto e
tempestoso, il sole torrido e il vento gelido, la fame e la sete più atroci, le
allucinazioni e la presenza terrorizzante di pescicani, l’oscurità e la perdita
di ogni orientamento, il corpo coperto di bolle e di piaghe sanguinolente con le
spalle e le braccia scottate…
Un linguaggio fluente
e stringato, rapido e cinematografico, tutto azione, dove l’azione –questo è il
punto di forza del racconto- è sostenuta psicologicamente da una ricchissima
analisi dei mutevoli cambiamenti di stato d’animo del protagonista, nella sua
lotta per la sopravvivenza, continuamente sospeso tra vita e morte. Il timbro di
voce dell’io narrante emerge, quindi, limpido e vero da chi, trovandosi a
vivere in una situazione così estrema, non può che essere autentico, privo di qualsiasi
ambiguità, unicamente proteso verso l’esistenza.
Gabriel Garcia Marquez. Racconto di un
naufrago. Traduzione di Ignazio Delogu. Editore Riuniti.
La storia del romanzo
“Racconto di un naufrago” raccoglie le
quattordici puntate di una storia raccontata da Luis Alejandro Velasco a
Gabriel García Márquez e pubblicata nel 1955 sul quotidiano colombiano “El
Espectador”, per il quale lo scrittore lavorava come giornalista. La storia
rivelava alcune scottanti verità. In particolar modo, emergeva che su un
cacciatorpediniere non poteva esserci un carico di elettrodomestici come quello
descritto dal naufrago, e che, di conseguenza, questi venivano trasportati in
Colombia di contrabbando. All'epoca la Colombia era sotto la dittatura di
Gustavo Rojas Pinilla, e il regime fece chiudere il giornale. In seguito a
questi avvenimenti, Luis Alejandro Velasco fu completamente abbandonato dal
governo e dimenticato da tutti. Tutto ciò non è descritto nel racconto del
naufrago, ma nell'introduzione al romanzo del 1970 di Gabriel García Márquez. (da Wikipedia)
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