Foto di Gianni Quilici |
Volevo fermarmi ad ascoltare
Oggi ho sentito le ultime cicale
raccontare la storia di questa estate
Volevo fermarmi ad ascoltare
avrei dovuto
ma una ruota girava
e l’altra seguiva
e i pedali andavano
e si portavano dietro il piede
e l’altro seguiva
e le cicale celebravano
Sono passata così
attraverso la porta delle mura
attraverso un improvviso silenzio
Al di là nessun canto
nuvole soffici
un tepore settembrino
Avrei voluto tornare indietro
avrei dovuto
a riprendermi un pezzo
di splendore estivo
di malinconia marina
di sera selvaggia
di stelle cadenti
di ambra e corallo
di turchesi e giada
di erbe profumate
di intese e abbandoni
di passato
passato
Ma una ruota girava
e l’altra seguiva
e io andavo
così
nella traccia obbligata
E non era in mio potere
Fermarmi
Anna
Pieroni
Leggo questa poesia di Anna Pieroni e immediatamente mi
colpisce.
Primo: per l'andamento prosaico di chi racconta una scheggia
di vita quotidiana che scorre.
Secondo: per il ritmo che i versi quasi subito assumono con
l'uso di tutte quelle forme retoriche (l'anafora e l'iterazione,
l'alliterazione e l'assonanza ), che danno musicalità e movimento stesso allo
scorrere delle immagini.
Terzo: per i contenuti stessi della poesia, che
sono-diventano movimento. Si “pedala”, infatti, sia nel paesaggio che muta (la
porta delle mura e le nuvole soffici), sia nello snodarsi dei “suoni” ( le
ultime cicale e l'improvviso silenzio).
Quarto: la semplicità (apparente) della poesia si fa
complessa, senza tuttavia perdere la sua (apparente) semplicità. C'è come un
salto filosofico, ma lieve da sembrare quasi involontario.
Ecco, infatti, stagliarsi di fronte a noi in un frenetico
succedersi, il Passato, che ha il ricordo, la nostalgia abbagliante dello
“splendore estivo”: la malinconia marina, la sera selvaggia, le stelle cadenti
le intese e gli abbandoni eccetera, eccetera. E però questo passato è fuggito,
non può essere ripreso, così come è appena fuggito (...“una ruota girava/e
l'altra seguiva”...) il presente: quel canto delle cicale. Dunque: il passato è
passato, ma pure il presente è passato. Ci resta soltanto inevitabilmente il
flusso del presente, che tuttavia non può essere fermato, neppure per un
istante.
Ecco fondersi nella poesia canto e immagine in movimento,
semplicità e complessità, vita quotidiana e senso filosofico dell'esistenza.
Ma chi è Anna Pieroni? Nel profondo è la sua poesia. Da
sempre ella scrive, ma solo da pochi anni ha iniziato “timidamente” a
“mostrarsi”. Con risultati anche visibili:
3° Premio Nazionale di Poesia “Giancarlo Galliani” e quest'anno 1°
Premio nazionale “città di capannori”. Ma soprattutto Anna Pieroni, mi dice, sta
scoprendo in se stessa “nuove forze, nuove passioni, nuovi orizzonti”.
Gianni Quilici
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