Come Alice nel paese delle meraviglie, fin da quando vivevo dall'altra
parte dell'oceano ho sempre provato interesse per molte realtà tipiche
dell'Italia e continuo ad osservarle ancora oggi con divertito candore.
Credo tra l'altro che questo paese possa vantare primati ed eccellenze
non presenti altrove.
Per esempio, esistono altri paesi al mondo con
tanta ricchezza e varietà di dialetti? Possono vantare altri paesi nomi
di località così
plurisemantici fino al doppio senso, all'ambiguità e al paradosso? E dei
cognomi, ne vogliamo parlare? In Argentina, dove è tutto un prevalere
di Lòpez, Perez, Rodrìguez ecc., i cognomi di origine italiana sono
quelli più carichi di significati e di microstorie. Soltanto nel mio
Profesorado di Italiano -un micro campione statistico, ma comunque
significativo- c'erano le professoresse Gloria Taglialegne, Carmelina
Strazzaboschi, Tina Zappalà e Itala Tirapelle, cognomi sui quali si
potrebbe scrivere un saggetto di storia economica o di microeconomie di
sussistenza. Per non parlare del cognome -anch'esso di origine italiana-
del “violador del centro”, che terrorizzò le studentesse rosarine (14
stupri denunciati) sul finire degli anni '90. Quando i giornali
pubblicarono la notizia dell'arresto non potevo credere ai miei occhi:
si chiamava Nestor Fica! Un cognome figurale, che era già tutto un
programma: croce e delizia del suo destino. E pur essendo in tema,
sorvolo sulla immobiliare “Figarota y Asociados”, non vorrei cadere nel
turpiloquio. Fino a che, una volta rientrata nel Paese dove il dolce sì
suona, è stato tutto un florilegio di Cantalamessa, Diotisalvi,
Badalamenti, Contestabile, Bevilacqua, Tagliavini, Scovaventi,
Calcaterra, Cacace, Pisciotta, Tardonato, Interdonato e chi più ne ha
più ne metta.
Notavo che i cognomi seguivano dei filoni tipologici:
c'erano quelli religiosi, quelli legati a mestieri, quelli costruiti su
caratteristiche anche fisiche del capostipite (probabilmente), quelli
ricalcati su nomi del mondo animale (Mosca, Mosconi, Vespa, Formigoni,
Vacca, Lupi, Pesce). Quelli che più mi divertivano erano i cognomi
relazionati con numeri o quantità: Centonze, Trentalange, Quaranta, fino
a toccare l'eccellenza assoluta: Quarantotti Gambini, uno scrittore
ahimè dimenticato nonostante l'immaginifico cognome.
Ci sono poi i
cognomi del mondo della politica e delle istituzioni; anche quelli non
scherzano. Sorvolando su Bocchino per i motivi di cui sopra, che dire
del giurista Bruti Liberati, un cognome che avrà il gradimento del
coriaceo ancorchè imperterrito noto digiunatore? E il capo della polizia
che si chiama Manganelli? Non è fantastico?
Ma la vera miniera dei
cognomi che si prestano a possibilità combinatorie e a creare micro
storie è l'album delle figurine Panini (quelle dei calciatori). Volendo
si potrebbe creare una Top 11 da urlo: Taglialatela in porta, in difesa
Troìa e Lerda (da ringraziare la comprensione del Tribunale che ha
gratificato di un accento il primo e di uno scarto consonantico
l'altro). Mi scompiscio dalle risate immaginando la voce di Bruno Pizzul
che si collega: “Clamoroso al Cibali! Davanti a un pubblico ammutolito,
l'arbitro espelle Lerda. Espulsione dolorosa ma necessaria.” Poi al
centrocampo -e con la fascia di capitano- Martiradonna (quante storie
losche nasconderà mai questo cognome?), affiancato da Frustalupi e da
Basta. All'attacco vedrei Incocciati, Carnevale e Immobile, che a
dispetto del suo cognome corre come un treno per tutto il campo.
L'allenatore della squadra sarà Mangia. Lamela in panchina (è
argentino).
Infine, un piccolo aneddoto localistico. Come forse qualcuno
saprà, a Lucca c'è un prodotto dolciario tipico, il “buccellato” (“A
Lucca non sei stato se non provi il buccellato”), e la storica
pasticceria che ne vanta la migliore produzione è quella dei Taddeucci.
Be', non ci crederete, ma nella squadra di calcio della Lucchese
giocavano fino alla passata stagione un certo Buccellato e un certo
Taddeucci. Un po' come se nell'Inter giocassero insieme Panettone e
Motta. Roba da matti! E a proposito di Motta: credo che sia un giocatore
tuttora in attività ma non so in quale squadra sia finito; 2 o 3 anni
fa fu acquistato dalla Roma. Al suo esordio all'Olimpico i tifosi della
curva sud lo accolsero con uno striscione con su scritto: “Buondì
Motta”. Semplicemente stupendo.
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