12 gennaio 2013

"Dei cognomi e altre amenità" di Mirta Vignatti

        Come Alice nel paese delle meraviglie, fin da quando vivevo dall'altra parte dell'oceano ho sempre provato interesse per molte realtà tipiche dell'Italia e continuo ad osservarle ancora oggi con divertito candore. Credo tra l'altro che questo paese possa vantare primati ed eccellenze non presenti altrove. 
        Per esempio, esistono altri paesi al mondo con tanta ricchezza e varietà di dialetti? Possono vantare altri paesi nomi di località  così plurisemantici fino al doppio senso, all'ambiguità e al paradosso? E dei cognomi, ne vogliamo parlare? In Argentina, dove è tutto un prevalere di Lòpez, Perez, Rodrìguez ecc., i cognomi di origine italiana sono quelli più carichi di significati e di microstorie. Soltanto nel mio Profesorado di Italiano -un micro campione statistico, ma comunque significativo- c'erano le professoresse Gloria Taglialegne, Carmelina Strazzaboschi, Tina Zappalà e Itala Tirapelle, cognomi sui quali si potrebbe scrivere un saggetto di storia economica o di microeconomie di sussistenza. Per non parlare del cognome -anch'esso di origine italiana- del “violador del centro”, che terrorizzò le studentesse rosarine (14 stupri denunciati) sul finire degli anni '90. Quando i giornali pubblicarono la notizia dell'arresto non potevo credere ai miei occhi: si chiamava Nestor Fica! Un cognome figurale, che era già tutto un programma: croce e delizia del suo destino. E pur essendo in tema, sorvolo sulla immobiliare “Figarota y Asociados”, non vorrei cadere nel turpiloquio. Fino a che, una volta rientrata nel Paese dove il dolce sì suona, è stato tutto un florilegio di Cantalamessa, Diotisalvi, Badalamenti, Contestabile, Bevilacqua, Tagliavini, Scovaventi, Calcaterra, Cacace, Pisciotta, Tardonato, Interdonato e chi più ne ha più ne metta. 
        Notavo che i cognomi seguivano dei filoni tipologici: c'erano quelli religiosi, quelli legati a mestieri, quelli costruiti su caratteristiche anche fisiche del capostipite (probabilmente), quelli ricalcati su nomi del mondo animale (Mosca, Mosconi, Vespa, Formigoni, Vacca, Lupi, Pesce). Quelli che più mi divertivano erano i cognomi relazionati con numeri o quantità: Centonze, Trentalange, Quaranta, fino a toccare l'eccellenza assoluta: Quarantotti Gambini, uno scrittore ahimè dimenticato nonostante l'immaginifico cognome.
         Ci sono poi i cognomi del mondo della politica e delle istituzioni; anche quelli non scherzano. Sorvolando su Bocchino per i motivi di cui sopra, che dire del giurista Bruti Liberati, un cognome che avrà il gradimento del coriaceo ancorchè imperterrito noto digiunatore? E il capo della polizia che si chiama Manganelli? Non è fantastico? 
        Ma la vera miniera dei cognomi che si prestano a possibilità combinatorie e a creare micro storie è l'album delle figurine Panini (quelle dei calciatori). Volendo si potrebbe creare una Top 11 da urlo: Taglialatela in porta, in difesa Troìa e Lerda (da ringraziare la comprensione del Tribunale che ha gratificato di un accento il primo e di uno scarto consonantico l'altro). Mi scompiscio dalle risate immaginando la voce di Bruno Pizzul che si collega: “Clamoroso al Cibali! Davanti a un pubblico ammutolito, l'arbitro espelle Lerda. Espulsione dolorosa ma necessaria.” Poi al centrocampo -e con la fascia di capitano- Martiradonna (quante storie losche nasconderà mai questo cognome?), affiancato da Frustalupi e da Basta. All'attacco vedrei Incocciati, Carnevale e Immobile, che a dispetto del suo cognome corre come un treno per tutto il campo. L'allenatore della squadra sarà Mangia. Lamela in panchina (è argentino). 
        Infine, un piccolo aneddoto localistico. Come forse qualcuno saprà, a Lucca c'è un prodotto dolciario tipico, il “buccellato” (“A Lucca non sei stato se non provi il buccellato”), e la storica pasticceria che ne vanta la migliore produzione è quella dei Taddeucci. Be', non ci crederete, ma nella squadra di calcio della Lucchese giocavano fino alla passata stagione un certo Buccellato e un certo Taddeucci. Un po' come se nell'Inter giocassero insieme Panettone e Motta. Roba da matti! E a proposito di Motta: credo che sia un giocatore tuttora in attività ma non so in quale squadra sia finito; 2 o 3 anni fa fu acquistato dalla Roma. Al suo esordio all'Olimpico i tifosi della curva sud lo accolsero con uno striscione con su scritto: “Buondì Motta”. Semplicemente stupendo.

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