SENESE, foto di Gianni Quilici |
Il cipresso non è
un uomo,
ma nasce, vive, soffre, muore.
Lo guardo. Lo
guardo esteticamente.
Il primo
aggettivo: alto e svettante, un fusto e una chioma.
Il secondo: compatto, raccolto, essenziale.
Il terzo: elegante
e severo, senza fronzoli nel suo abito verde scuro,
ideale per la sua bellezza
austera e antica anche per i cimiteri.
Il quarto
aggettivo: collettivo.
Che senso ha un cipresso in un campo o in un giardino?
Come
sono belli invece una fila di cipressi lungo un viale, o meglio ancora sul
profilo di una collina!
Ci sono zone d’Italia, il Chianti, il senese, in cui la
fila di cipressi lungo un’altura verdeggiante sono diventate immagini simbolo
di quella zona, così fortemente estetiche da diventare richiamo internazionale.
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