04 novembre 2013

"Il cipresso" di Gianni Quilici




SENESE, foto di Gianni Quilici
Il cipresso non è un uomo, 
ma nasce, vive, soffre, muore.

Lo guardo. Lo guardo esteticamente.

Il primo aggettivo: alto e svettante, un fusto e una chioma.

Il secondo: compatto, raccolto, essenziale.

Il terzo: elegante e severo, senza fronzoli nel suo abito verde scuro,
 ideale per la sua bellezza austera e antica anche per i cimiteri.  

Il quarto aggettivo: collettivo. 
Che senso ha un cipresso in un campo o in un giardino?
 Come sono belli invece una fila di cipressi lungo un viale, o meglio ancora sul profilo di una collina! 
Ci sono zone d’Italia, il Chianti, il senese, in cui la fila di cipressi lungo un’altura verdeggiante sono diventate immagini simbolo di quella zona, così fortemente estetiche da diventare richiamo internazionale.  

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