Germania, pallida
madre
Tracciata
con la vernice nera sui muri delle più importanti città tedesche, riappare, con
inquietante frequenza, il segno della svastica. Vere e proprie bande fasciste
infestano i quartieri popolari delle principali città industriali compiendo
atti di violenza nei confronti dei lavoratori stranieri immigrati e attizzano
risentimenti xenofobi, mai del tutto sopiti, tra l’opinione pubblica tedesca:
demagogicamente, non solo la destra estrema, ma anche i settori più
conservatori della Democrazia cristiana tedesca non si fanno scrupoli
nell’attribuire agli immigrati la responsabilità delle difficoltà economiche e
sociali che hanno cominciato a mordere anche il tranquillo assetto
dell’opulenta società tedesco-occidentale.
Manifestazioni
e convegni promossi dalle oltre cento associazioni di estrema destra presenti e
operanti in Germania - a cui
vanno aggiunte le numerosissime associazioni d’arma, ognuna con la sua
brava articolazione giovanile, sempre attestate su posizioni nostalgiche e
revansciste e lautamente finanziate con i soldi dei contribuenti tedeschi - conoscono
il concorso e la partecipazione di ‘camerati’ austriaci, italiani, inglesi,
francesi, spagnoli, russi, ungheresi.... Ancora oggi sarebbero almeno un
migliaio i membri di organizzazioni di
estrema destra che occupano funzioni di direzione nei diversi ministeri.
Simpatizzanti dei gruppi neo nazisti ed ex gerarchi hanno infestato
massicciamente per quasi mezzo secolo, e sino a qualche anno fa, gli ambienti
della diplomazia, della magistratura, dell’esercito, delle Chiese. La
potentissima Federazione tedesca dell’Industria ha visto per lungo tempo ai
suoi massimi livelli due ex gerarchi: tralasciamo, poi, per non annoiare il
lettore, il lungo elenco dei personaggi già compromessi con il regime nazista e
che per conto della CDU-CSU hanno ricoperto incarichi di responsabilità a livello
di Stato federale e di Länder. Secondo calcoli approssimativi in Germania
vivono ancora alcune decine di migliaia di persone in qualche modo implicate
nelle stragi ordinate da Hitler e dallo Stato maggiore nazista: oggi tutte assai
anziane e con delle vite “rispettabili” e senza rimorsi alle spalle. Un passato
che non vuole passare: ha colpito molto l’opinione pubblica di tutto il mondo
il caso dell’attore tedesco Horst Tappert (1923 – 2008), interprete del
celeberrimo Ispettore Derrick nel
telefilm omonimo in onda sugli schermi televisivi di tutto il pianeta tra il
1974 e il 1998: ebbene, a cinque anni dalla sua scomparsa, il “Frankfurter
Allgemeine Zeitung” ha rivelato che a partire dal 1943, Tappert è stato
arruolato del primo reggimento granatieri “Testa di morto”. Era, per dirla in
breve, un membro delle SS.
Ideologie
autoritarie, velleità neo-naziste, nostalgie antidemocratiche sono ancora oggi
largamente diffuse nella Germania di Angela Merkel, ma le
autorità di Berlino non sembrano particolarmente preoccupate. Lo dimostrano sia
il comportamento della polizia, più impegnata a contrastare le proteste dei
‘verdi’, dei pacifisti, degli ecologisti, sia la usuale clemenza della
magistratura tedesca nei confronti delle bravate degli estremisti di destra,
anche quando queste finiscono per
assumere i connotati sinistri dei pestaggi di immigrati alle fermate
dell’autobus, dei roghi dei Centri d’accoglienza, dei lugubri raduni del neonazismo
nazionale e internazionale.
I
servizi segreti e d’informazione tedeschi, cui spetterebbe istituzionalmente la
difesa della Costituzione e la lotta ad ogni ritorno sotto qualsiasi forma del
nazismo, preferiscono lasciare correre e dedicare le loro energie a schedare
le
opinioni politiche, le abitudini, le amicizie, di oltre un milione di cittadini
tedeschi. Non fa meraviglia quindi che gli ambienti
democratici tedeschi più avvertiti siano giustamente in allarme per la
coincidenza di intenti – nessun pericolo a destra, colpire solo a sinistra –
che va realizzandosi tra le istituzioni della democrazia rappresentativa e ‘il
potere repressivo’. I rigurgiti estremisti, tollerati o addirittura
incoraggiati, non sarebbero altro che il segnale di un deterioramento profondo
in atto nel corpo della democrazia tedesca destinato ad aggravarsi per
l’acuirsi della crisi economica e l’esasperarsi dello scontro politico.
E se
appare consolante l’insuccesso dei neonazisti della Npd, il Partito
Nazional-Democratico, la punta del grande iceberg dell’estrema destra tedesca,
alle
ultime elezioni politiche tenutesi in Germania, quando gli epigoni di Hitler
sono rimasti - di poco - al di sotto della soglia di sbarramento prevista per
mandare i propri rappresentanti al Parlamento nazionale, preoccupa invece che
questa formazione politica superi il 10 % dei voti e diventi, addirittura, il
terzo partito nella capitale, Berlino: un’affermazione particolarmente vistosa
nei quartieri poveri della città, dove da mesi si consuma uno stillicidio di
atti d’intolleranza nei confronti degli islamici ritenuti dei parassiti, dei
turchi e dei greci accusati di portare via il lavoro ai tedeschi, degli
italiani, considerati tutti mafiosi e camorristi.
Secondo la
“Tageszeitung”, il quotidiano della sinistra alternativa, “nelle regioni
orientali della Germania, un tedesco su sei ha una visione del mondo improntata
a ideologie di estrema destra. I dati appaiono estremamente preoccupanti
soprattutto nella fascia dei giovani compresi tra i 14 e i 30 anni, fra i quali
i sentimenti di razzismo e simpatia per il nazismo risultano maggiori che fra
gli adulti oltre i 60 anni. Qui sta crescendo una generazione che rischia di
superare nei suoi atteggiamenti radicali ogni precedente, una forza esplosiva
che non deve essere per nessuna ragione sottovalutata”.
Intanto,
le rivelazioni su una lunga lista di omicidi di immigrati turchi e greci
compiuti da un’organizzazione di destra radicale, la “Nationalsozialistischer Untergrund”
(Clandestinità nazionalsocialista) agitano il Paese: si tratta di folli
isolati, o in Germania agisce una rete neonazista con insospettabili
addentellati nelle istituzioni? La polizia e i servizi segreti hanno compiuto
fino in fondo e con zelo il proprio dovere, oppure gli investigatori sono stati
colpevolmente trascurati? O, forse, l’intenzione vera era quella di coprire,
per finalità politiche inconfessabili, i responsabili di dieci delitti, decine
di rapine e non pochi attentati?
Sono
dunque i nuovi Länder orientali a preoccupare gli osservatori: qui, a fronte di
un 7 % di tedeschi occidentali che esprimono posizioni di estrema destra, c’è
un 16 %. Un segnale allarmante, reso ancora più inquietante dai numeri che
indicano apprezzamento per affermazioni di tipo xenofobo: il 54 % dei tedeschi
dell’ Est è convinto che gli stranieri giungano in Germania solo per sfruttare
lo Stato sociale (a Ovest è il 31 %); il
44 % ritiene che l’immigrazione stia
pericolosamente snaturando il Paese (a Ovest il 36 %); il 39 % si dichiara
esplicitamente xenofobo (a Ovest il 22 %).
L’opinione
pubblica europea ha in questi ultimi anni sistematicamente ignorato la minaccia
che i radicali di destra tedeschi e le loro organizzazioni portano sia alla
loro, sia a tutta la democrazia europea. Quali saranno i frutti avvelenati della
diffusione delle subculture neonaziste per i già precari livelli dei diritti e
delle libertà in un’Europa stretta tra crisi economica e risorgenti
nazionalismi?
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