13 febbraio 2013
" Quando leggiamo un libro..." di Mirta Vignatti
Pensavo che quando leggiamo un libro è anche come se il libro leggesse noi. C'è una specularità che magari sarà già stata detta e indagata da altri, anzi sicuramente, comunque è un aspetto che in questo momento a me interessa molto e provo a chiarirlo e a chiarirmelo scrivendo all'impronta.
Credo che tra l'autore e il lettore si stringano dei legami molto stretti; personalmente quando leggo un libro che mi piace voglio subito conoscere quanto più è possibile della vita dell'autore e possibilmente osservare anche le sue foto; poi è quasi automatico che mi disponga a leggerne tutta l'opera disponibile. Mi è successo con la Oates, con Irene Nemirovsky, con Murakami Haruki, con Marìas, con De Giovanni, con la Veladiano e con decine e decine di altri autori.
La lettura dei libri per me è un dialogo con l'autore, anche al di là della trama, che finisce per essere solo un pretesto o un punto di partenza. Succede che il mio sguardo che scorre la pagina finisce dopo un po' per trapassarla e -sull'onda dei pensieri e delle riflessioni indotte dal libro- passo ad intessere dialoghi immaginari con l'autore, ipotizzando situazioni biografiche che abbiano potuto determinare certi passaggi, sistemando o smontando certi tasselli, cogliendo citazioni o rimandi ecc.
Ci sono insomma dei fili molto stretti che a mio parere legano chi legge e chi scrive, sul piano psicologico e soprattutto su quello affettivo-emozionale. Ugualmente -e qui divago- credo che ci siano dei fili che legano me che scrivo e tu che stai leggendo: tutti i nostri scambi di opinioni, valutazioni, giudizi, osservazioni varie, segnalazioni non soltanto libresche in realtà sottendono -io credo- un legame reciproco di forte empatia, fili che ci stringono sul piano della stima, della simpatia, della credibilità.
E alla stessa maniera -come scriveva Bruno Morchio in un post di qualche tempo fa- ci sono dei fili che legano le persone distanti e le tengono in comunicazione: le linee ferroviarie, le rotte aeree, le fibre ottiche, le autostrade e anche quelle digitali, che uniscono per esempio via modem me che scrivo e tu che leggi. Fili che ci uniscono e ci consentono scambi di idee e di affettività. Insomma, nella virtualità del web e nella cerebralità del rapporto lettore/scrittore, percepisco dei fili molto stretti che dovrebbero essere impalpabili ma che finisco per sentire molto concreti e piacevolmente tangibili.
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