di Luciano Luciani
Romanzo
singolare, questo Dettagli di un sorriso
di Gianni Zanata, solo in parte assimilabile ai recenti noir italiani, ormai
troppo simili l’uno all’altro e pubblicati più che altro perché il genere dopo
quasi vent’anni tiene e ‘tira’ ancora.
Protagonista
indiscusso, presente dalla prima all’ultima pagina di questa storia dai bordi
affilati e velenosi, un cattivo a tutto tondo. Un malvagio totale e compiaciuto
di esserlo, in tutto e per tutto un degno figlio della inabitabilità del nostro
presente e della catastrofe etica e culturale che è davanti ai nostri occhi, Si
chiama Valdo Norman ed è un ex giornalista specializzato in sputtanamenti a
comando e ricatti su commissione. Riciclatosi come ‘operaio specializzato’ al servizio
dei poteri criminali, consegna e riceve valigette ventiquattrore piene zeppe di
droga o di soldi e non si fa particolari scrupoli nell’eseguire incarichi tanto
delicati quanto sporchi. Vive solo: è un ‘lupo solitario’, privo però della
primordiale nobiltà dell’animale dei boschi. Aggressivo e violento è forte coi
deboli, subalterno verso i forti: soprattutto un Vice prefetto, “un carissimo
amico”, uno che procura lavoretti
extra legali e pericolosi ma ben pagati.
Inusuale,
poi, lo sfondo che fa da scenario alle sue imprese di operatore dell’illegalità:
non Roma o Milano, ma la
Sardegna. Olbia, Sassari, Villasimius, Tortolì, Lanusei,
Porto Torres e soprattutto Cagliari… “Mi fanno ridere quelli che pensano che
Cagliari sia una città diversa dalla altre. Quelli che pensano che certe cose a
Cagliari non si facciano. Quelli che pensano che Cagliari tutto sommato non sia
nemmeno una città meridionale. Quelli che pensano che a Cagliari la mafia non
ci sia. Quelli che pensano che a Cagliari conti soltanto la massoneria”. Una
Sardegna non solo cartolina per turisti, ma realtà contraddittoria, dove
vallate dalla natura rigogliosa e stagni protetti abitati da fenicotteri rosa
si alternano a ‘luoghi non luoghi’: supermercati, fabbriche dismesse, scheletri
di casupole, ruderi di ex miniere, agglomerati di case popolari, cortili di
sfasciacarrozze…
Un
mondo in rovina con la nostalgia del bello raccontato dietro la cifra del
poliziesco che, nonostante l’usura di troppi autori, libri e collane continua a
rivelarsi come il genere più capace di raccontare la vischiosa e opaca
politicità della vita quotidiana, l’ambiguità delle relazioni sociali,
l’imbarbarimento del senso comune diffuso. L’unico, almeno a parere di chi
scrive, in grado di elencare con precisione entomologica i segni quotidiani che
muovono nella direzione di un abisso di cui non riusciamo ancora a immaginare i
contorni. Un noir rude e violento, ironico e feroce, che viene partecipato al
Lettore in una scrittura urgente e precipite: la più adeguata per portarsi
vicino al nocciolo duro e tossico del male e provare a svelarne il senso o la
sua assoluta mancanza.
Gianni
Zanata, Dettagli di un sorriso, Quarup editore, collana Il buio fuori,
2012, pp. 118, Euro 12, 90
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