“La città invisibile” una mostra
di Irene Kung
al “Photolux Festival”
"D'una città non
godi le sette
o le settantasette meraviglie,
ma la risposta che dà
ad una tua domanda".
Italo Calvino
Italo Calvino
di Gianni Quilici
Una trentina di scatti su monumenti celeberrimi: Tour Eiffel
e Notre Dame, Pantheon e auditorium di
Roma, Santa Sofia e Church le Corbusier, Empire State Building e la piramide di
Cheope in Egitto.
Irene Kung, però, ce li fa vedere come non li abbiamo mai
visti. Ossia li ricrea, senza deformarli, ne’ falsificarli. Evoca un’atmosfera,
un’atmosfera ammaliante ed enigmatica.
In che modo?
Attraverso una grande professionalità: una cura meticolosa
nella scelta e nella perfezione dell’inquadratura, nelle linee geometriche e
soprattutto nel rapporto luce-ombra.
Questa professionalità è, per così dire, al servizio di un
senso espressivo, che riesce a
trasmettere un’anima ai monumenti. Utilizzando in modo straordinario il
contrasto luce e buio. L’oggetto preso in esame si rivela nella bellezza delle
sue forme, in alcuni dettagli, scolpite da una luce tanto più netta, perché
contrapposta a un’oscurità talvolta graduale, che nasconde il resto delle forme
o appena lo rivela.
C’è questa foto, Casa Paris , che seppure un po’
diversa dalle altre, perché non è un’architettura altrettanto famosa, perché
utilizza il colore, invece del B/N,
esemplifica comunque l’analisi fatta.
E’ uno di quegli scatti, che colpiscono immediatamente
l’occhio, perché è una sorta di bellezza al quadrato. La bellezza della realtà
inquadrata e la bellezza del tipo di scatto.
Infatti, tanto più è forte la suggestione visiva di questo
intrico nudo di rami, che posano sul colore caldo e luminoso del palazzo, tanto
più è messo in evidenza, sottolineato, raccolto in quella sorta di (quasi)
cerchio di luce, che le ombre circostanti hanno formato.
Una foto reale e onirica, che fa pensare al surrealismo e in
particolare a Magritte.
L’interrogativo che si potrebbe porre è se sia fin troppo
estetica, estetizzante. Un interrogativo che lascio aperto.
LA CITTÀ
INVISIBILE , a cura di Enrico
Stefanelli.
IRENE KUNG, nata a Berna nel 1958, prima di stabilirsi a Roma, Irene
Kung ha vissuto e lavorato a Madrid e New York come graphic designer, pittrice
e fotografa.
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