di Camilla Palandri
E’ fantastico
essere bambini, avere la capacità di sognare ad occhi aperti, andare oltre,
trasfigurare la realtà.
La fantasia
rende la vita incredibilmente varia e sorprendente e le eccentriche avventure
di Peter, il bambino protagonista del racconto, ne sono la perfetta
rappresentazione.
Gli oggetti
come le bambole della sorella Kate si animano, l’anziana e antipatica Mrs
Goodgame si trasforma in un ladro intraprendente, nasce l’ empatia con Barry
Tamerlane un ragazzo che nella realtà appare ostile, una magica pomata permette
di realizzare il proprio desiderio di far svanire tutta la famiglia liberandosi
da relazioni insoddisfacenti.
L’immaginazione
,oltre a trasformare, permette di cogliere sfumature che non appaiono agli occhi
“razionali” degli adulti, dà ampio respiro all’aspetto giocoso e allontana la
monotonia del quotidiano .
Ad essere
troppo fantasiosi però si rischia sempre di rimanere incompresi e venire
giudicati difficili come Peter. Si tende ad isolarsi per vivere in una
dimensione tutta propria, che non appare, ma certamente appaga, quella del
sogno e questo sembrare distanti , come su una nuvola, viene spesso frainteso
da chi ci guarda senza conoscere le magie dei mondi immaginari.
Del resto la fantasia
non fa parte della vita degli adulti che trascorrono la propria ……”stando seduti a parlare o facendo
commissioni e andando a lavorare senza giocare mai….”
Un
affascinante racconto sul tema del sogno , caratteristica tipica dell’infanzia
che si perde crescendo. Uno spunto per riflettere sull’importanza di ritrovare
un contatto interiore con questa fase della vita ,perché conservare la capacità
di sognare da grandi, aiuta a vivere.
Compare nel
libro, sia pur in tono minore, anche il tema della crescita e del cambiamento
ad essa connesso, non considerato alla fine tanto negativo.
Peter dopo
aver vissuto “da grande” nel suo ultimo sogno riesce alla fine a guardare gli
adulti con occhio più benevolo.
“ …. Adesso li considerava in modo diverso però.
Sapevano cose belle che stavano appena incominciando ad affiorare anche in lui,
come sagome nella foschia. C’erano anche altre avventure nella vita, dopo
tutto…”
Ian McEwan. L’inventore dei
sogni. Traduzione di Susanna Basso. Einaudi
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