di
Marisa Cecchetti
Il
romanzo di Olivo Ghilarducci ci porta da Lucca all’Argentina, a Buenos Aires e
Mendoza, ma l’attenzione è centrata su un paesino arroccato ai piedi delle Ande,
a due giorni di cammino da Mendoza, da farsi a piedi o a dorso di mulo: “Dopo
aver raggiunto Mendoza in treno si doveva inerpicare a piedi lungo la montagna.
Lo spettacolo più bello della capitale si coglieva proprio spingendo lo sguardo
verso ovest quando ci si trovava di fronte all’imponente cordigliera andina, al
massiccio dell’Aconcagua che sembra dominare la ridente città”.
Nome
di fantasia Soligo, paese di pochi abitanti ma di grande fede, dove si allevano
capre, si strappano alla montagna piccoli orti, si collabora in ogni situazione
e nessuno muore di fame. C’è una chiesa molto frequentata e una maestra per un
pugno di bambini: “La fierezza e la fede degli abitanti di Soligo mitigavano un
po’ le difficoltà di chi continuava a vivere in quello sperduto villaggio nelle
Ande da cui poche persone erano partite per perdersi nelle grandi città alla
ricerca del miraggio di una vita migliore. Questi, il più delle volte, erano
stati risucchiati dalle favelas attorno alla capitale Buenos Aires”.
Carlo,
di una famiglia benestante di commercianti lucchesi, accetta di fare il medico
a Soligo, che un medico non l’aveva mai avuto. Grande cuore aperto alla
accoglienza ed alla condivisione, di fede profonda, Carlo prenderà i voti e sarà
anche il sacerdote di Soligo: “Mai si sarebbe aspettato tutto questo
dalla vita, mai avrebbe pensato di poter vivere un amore così vero e così forte
come quello che provava per il suo popolo, ricambiato in modo commovente”.
Aiutato
dalla famiglia e dal Comune di provenienza, elabora il progetto di far studiare
nella capitale un ragazzo di quel paesino sperduto, perché ne faccia il
testimone, per aprirlo alla cultura e al mondo esterno: si orienta verso la “scuola
internazionale italiana Cristoforo Colombo della capitale. Nata come legame
culturale concreto tra Italia e Argentina, aveva anche il riconoscimento legale
del Governo Italiano. In poco tempo si era affermata come ottimo centro
scolastico”.
“Era
Luis Cardena il ragazzo prescelto. Orfano di entrambi i genitori, non aveva
fratelli e fino ad allora la sua famiglia era stata l’intero villaggio che non
gli aveva mai fatto mancare il calore e l’affetto”.
Ghilarducci
segue Luis, il pupillo di padre Carlo, negli studi, nella crescita, negli
interessi culturali: unico ragazzo di origini umili in un Istituto frequentato
da figli di famiglie alto borghesi, si fa notare presto, pur nella sua
riservatezza ed umiltà, per intelligenza, rapidità di apprendimento, curiosità.
Ha una grande fede, come tutti gli abitanti di Soligo e come il suo padre
spirituale. Non sfugge alle ragazze la sua bellezza, soprattutto a Mara, figlia
di un docente universitario che militava nel partito di Peron.
Sono
gli anni ’70 in Argentina: Juan Peron
rientra dalla Spagna dove era fuggito in seguito al colpo di stato del 1955 che
l’aveva destituito, e ritorna al governo, per poco, perché muore un anno dopo,
nel ‘75. Ma Juan Domingo Peron “era inviso ai colleghi militari perché
espressamente favorevole ad una politica di apertura verso le classi meno
abbienti del paese richiamandosi alla dottrina sociale della Chiesa Cattolica”.
Niente può fare la terza moglie Isabelita -Evita, la seconda moglie, era morta nel ’52- contro il terribile golpe che porterà al
potere Videla.
Luis
e Mara attraversano tutto questo periodo, negli studi, nel volontario, nell’impegno
politico -lei- nel suo ruolo di sacerdote -lui: è una vocazione nata per amore
di don Carlo, che mette in second’ordine ogni altra scelta di vita e porta dei
risvolti inattesi, con scelte coraggiose di entrambi: “Aveva necessità di
chiarire tutto dopo questa folgorazione che di fatto sconvolgeva la sua vita,
cambiava nettamente la prospettiva su cui si stava incamminando. Non era una
decisione che riguardava solo lui perché Mara con il suo affetto vivo, con la
sua passione, aveva fatto scelte di vita precise”.
Nel
romanzo di Ghilarducci, nel sua narrazione chiara che si sviluppa con una struttura
temporale lineare, si individuano dei grandi temi, come colonne portanti: prima
di tutto la fede profonda, che si rivela non solo nel vissuto di tanta gente,
ma soprattutto nell’opera convinta del missionario, che fa scelte così totali,
fino al suo ultimo giorno.
In
secondo luogo -ma solo nell’elenco- la situazione politica dell’Argentina, comprese
le atrocità della dittatura, che Ghilarducci affronta con ampio respiro e
competenza, così come la divisione della Chiesa Argentina, con una parte decisamente
schierata a fianco del potere, e l’altra impegnata a favore degli ultimi, perseguitata
perché in odore di comunismo.
Una
tematica che ritorna nei suoi romanzi è l’amore tra persone di classi sociali
diverse- è sempre l’uomo a essere inferiore economicamente e socialmente: “Non
avrebbe mai pensato che in Argentina vi fossero famiglie con un tenore di vita
e delle opportunità così elevate. I convitati, per lo più compagni di classe di
Mara, venivano serviti da persone inappuntabili vestite di bianco candido, con
uno splendido fiocco al collo della camicia”. All’uomo è dato il riscatto
attraverso l’intelligenza o comunque le capacità, che lo portano ad elevarsi
sulla scala sociale.
Ma
la tematica predominante è quella relativa a un amore così vero, così profondo,
così rispettoso, nato tra Luis e Mara quando ancora lui non pensava al
sacerdozio- una chiamata improvvisa e motivata a cui sente di dover rispondere-
e la loro impossibilità di viverlo.
Il
problema del celibato ecclesiastico attraversa il romanzo, sottolineando le
rinunce, le sofferenze, eppure la fedeltà costante di entrambi, anche quella di
Luis, che sa essere fedele a Dio e a Mara: “La sua risposta alla vocazione al
sacerdozio, evento assolutamente oltre ogni pensiero, quale carico di
sofferenza avrebbe prodotto in Mara? Cosa ne sarebbe stato della vita di lei? Il
suo unico amore terreno era certamente Mara”
Un
amore fisico così puro non può togliere niente all’altro, quello spirituale.
Luis non riusciva a spiegarsi perché “la Chiesa Cattolica ponesse in contrasto
due promesse d’ amore”.
Olivo Ghilarducci, Questo
amore così vero, Sicrea Editoria, pag. 170, € 15,00