05 ottobre 2023

“Un corpo nello spazio vuoto” di Kai Ziehl

 


di Gianni Quilici

     Uno scatto che (mi) colpisce immediatamente.  Lo intuisco, ma devo concentrarmi per motivarlo.  Ci sono tre soggetti evidenti: le sedie, il corpo, lo spazio.

     L’elemento che più mi colpisce, perché lo percepisco come il più originale: le sedie. Una fila di sedie con braccioli che corre verticalmente, accentuate in questo movimento dal contrasto del nero delle sedie con le mattonelle quasi tutte bianche.

     L’originalità acquista forza, perché le sedie sono collocate in uno spazio vuoto che le rende quasi metafisiche. Pare che non ci sia alcuna funzione utilitaristica: non ci sono alberi, piazze, strade, palazzi, ma una pavimentazione grigio chiara, che finisce in uno spazio indefinibile.

     Il corpo (uomo o donna che sia) può apparire come presenza metaforica. Metafora di una solitudine inevitabile, senza tragedia. Un corpo, infatti, senza corpo, interamente scuro, raccolto con il capo chino come un fantasma senza attesa, come se non aspettasse più un qualsiasi Godot. Penso al De Chirico metafisico, depurato da qualsiasi nostalgia.

    La domanda che infine mi faccio: questo scatto del fotografo tedesco Kai Ziehl è stato costruito o è invece del tutto casuale?

 

03 ottobre 2023

“In punta di piedi d’estate” di Emilia Giorgetti

 

 di Marisa Cecchetti

        Ambientato alla fine della prima guerra mondiale in una villa circondata da campi, viti, olivi e giardini, che ricorda le colline lucchesi, il romanzo ha la durata di un’estate.

      Dopo sei anni di assenza fa ritorno per le vacanze estive Gemma, grande amica di Elena, la proprietaria della villa. Si sono conosciute ai tempi lontani del collegio, ed ora Elena è la moglie di Giorgio e madre di sette figli.

     Intorno alla famiglia ruota una serie di personaggi -familiari e servitù, contadini che lavorano nei campi della proprietà insieme alle loro famiglie e agli animali, il prete, i nobili di una villa vicina, ma soprattutto i parenti che arrivano in campagna per sfuggire all’afa estiva.

       Ci troviamo in mezzo a schiamazzi di bimbi, a passeggiate nei boschi, a merende sui prati, alla pesca nel rio, a uscite a cavallo, a eventi di ogni genere e spessore, sacri e profani, che dilata i due mesi estivi tanto che si perde la nozione del tempo. Ogni personaggio si staglia tra gli altri come una figura a tutto tondo: c’è chi ama lo studio e la ricerca, chi il buon cibo e il vino, chi parla con gli uccellini. E ci sono due infaticabili cuoche a sfamare la tribù.

      Gemma, che porta con sé il dolore di una perdita che non ha ancora accettato, è trascinata dai ritmi di quella casa. Lei osserva, registra, partecipa. La pace della campagna, il verde, l’amicizia sincera, la varietà delle giornate, i lunghi momenti di riflessione e di confronto, ne fanno lentamente una persona aperta alla vita ed a nuovi incontri.

      Intanto nascono amori, alcuni  sofferti e contrastati, ma si vivono  situazioni di disagio - la cognata Bianca, anche se ospite,  è sempre pronta  all’attacco-; si recupera il passato individuale e la Storia comune. La grande tavola del salone vede crescere di giorno in giorno il numero degli ospiti, per la gioia di Elena che ama ricevere. Un angolo di pace e di benessere.

      Ma le tensioni sociali del dopoguerra sfociate negli scioperi, la paura del comunismo con le sue idee di eliminazione della proprietà privata, le violenze crescenti perpetrate da bande di facinorosi neri, toccano i nostri personaggi e li portano a porsi domande su quale sia la strada da seguire.

      Romanzo attraversato da amore e dolore, In punta di piedi d’estate ricostruisce il linguaggio e lo stile di vita di una famiglia borghese a inizio del secolo scorso, scandisce le opere e i giorni nel ripetersi dei riti, in un’altalena di piccole cose, nel rispetto delle regole della buona educazione, aperto comunque alla sorpresa ed all’attesa; si allarga e sosta sul paesaggio recuperando colori, voci, profumi, riuscendo a ricostruire -volutamente andando controcorrente con la scelta linguistica-  il ritmo e l’atmosfera dei romanzi dell’ottocento.

Emilia Giorgetti, In punta di piedi d’estate, Giovane Holden Editore 2020, pag.386, € 15,00

 

 

 

 

 

 

27 settembre 2023

"Yomuri" di Cynthia Rinsky

 

di Giulietta Isola

Avere ventitré anni e cercare la propria identità, credere che qualcosa del genere esista e sia sostenibile, che il senso si trovi lì, nel sapere chi si è”.

          La cilena Cynthia Rimsky trasforma un rocambolesco viaggio di padre e figlia in un’avventura piena di ironia alla ricerca dell’identità e delle origini, tra paesaggi di sogno e personaggi memorabili, un viaggio verso una utopia, una terra promessa impossibile. 

        Kovacs, il padre, è un uomo anziano, capriccioso e pieno di acciacchi, vive con la quinta moglie che non lo sopporta più e non lo vuole più intorno, Eliza, la figlia, chiamata in aiuto vuol evitare la casa di riposo e cerca una soluzione alternativa. Decidono per un bel viaggio diretto a Yomuri, paese dove, secondo Kovacs ,vive la sorellastra di Eliza, che lo avrebbe invitato ad abitare con lei. I due partono per un luogo che sembra impossibile da raggiungere ed il viaggio si prospetta subito pieno di difficoltà. Padre e figlia si imbattono in una serie di situazioni surreali, si ritrovano insieme a una carovana di persone unite dallo stesso obiettivo: arrivare in una terra originaria in cui sperano di trovare la propria vera identità. 

          L’incontro/scontro tra le ostinate illusioni del padre, la natura dubbiosa della figlia, i miti e le ideologie dei compagni di viaggio, innesca situazioni divertenti e amare allo stesso tempo. Eliza e il padre si trovano faccia a faccia con le fantasie e le aspettative legate all’invecchiamento e alla scomparsa, con l’impossibile sogno di un’origine, con il precario equilibrio tra presente, memoria e oblio, tra legami familiari e comunità. 

          Nel romanzo Cynthia Rimsky tenta di scomporre il tema della ricerca dell’identità , missione impossibile e spesso ingenua, nonostante il tentativo di mantenere alta l’empatia . I personaggi raccontano le loro storie, cercano disperatamente di convincersi che tutto è reale, ma il vero motore dell’azione è il dubbio che si insinua nella elaborata ed originale struttura narrativa scompaginando storie e sequenze.

           L’autrice ha raccontato che ad ispirarla nella scrittura e nel nome del romanzo è stata una falsa leggenda che ha ascoltato narrare a Cuba ai turisti assetati di esotismo, è nata così questa stravagante commedia umana, surreale, assurda , piena di tenerezza, con un commovente elemento magico-mitico. 

       “Yomurì” ci offre una scrittura visionaria e personaggi molto complessi , affronta il tema del rapporto fra generazioni, la storia e la condizione dei popoli originari , lo sradicamento e ciò che si è disposti a fare per la libertà, propria e condivisa. 

       Mi è piaciuto molto leggere questa eccentrica storia ed incontrare l’autrice.

YOMURI di CYNTHIA RIMSKY EDICOLA EDICIONES EDITORE

14 settembre 2023

"Furore" di John Steinbeck

 

di Marigabri

“Gli affamati arrivano con le reticelle per ripescare le patate buttate nel fiume, ma le guardie li ricacciano indietro; arrivano con i catorci sferraglianti per raccattare le arance al macero, ma le trovano zuppe di kerosene. Allora restano immobili a guardare le patate trascinate dalla corrente, ad ascoltare gli strilli di maiali sgozzati nei fossi e ricoperti di calce viva, a guardare le montagne di arance che si sciolgono in una poltiglia putrida; e nei loro occhi cresce il furore. Nell’anima degli affamati i semi del furore sono diventati acini e gli acini grappoli ormai pronti per la vendemmia.

        L’epopea di un popolo dell’Oklahoma in fuga dalla miseria dei campi divorati dalla polvere verso l’opulento Ovest, lungo la mitica Route 66; il racconto splendido e terribile di come la sventura spinga gli esseri umani di ogni tempo a cercare un posto dove poter vivere in pace; la tragedia di una migrazione come tutte le migrazioni travagliata e respinta; l’esempio universale di come gli uomini possano ignorare il grido di aiuto di altri uomini, di come possano respingerli, sfruttarli, tormentarli; la rappresentazione di un potere che distrugge, di una legge che affama e non potrà mai essere espressione di giustizia; l’esempio di come esseri umani stretti da un vincolo affettivo forte, lacerati dal bisogno, assillati dalla fame ma mossi dal desiderio di riscatto, possano continuare a sperare, a lottare, a cercare vita dalle macerie di un mondo sopraffatto dalla violenza della natura e dell’egoismo umano.

La prova che si può essere sconfitti e non sottomessi.

Cadere mille volte e rialzarsi sempre.

       I Joad, inscritti nell’universo letterario degli eroi. Quelli veri, fatti di carne, sangue, dolore, lacrime e integerrima fiducia nell’intima bontà del cuore umano.

John Steinbeck. Furore. Bompiani

12 settembre 2023

"Polaroid di Tarkovskij. Lo sguardo cerca la luce" di Andrea Appetito


 

Polaroid di Tarkoviskij. Lo sguardo cerca la luce.

Il sentiero familiare è sfatto mille volte dal gioco pendolare dei ritorni. Il quadro è semplice, segnato da ombre e luci, desiderio e nostalgia. Sembra che si vada davvero verso ciò che abbiamo lasciato alle spalle. 

Quante cose ci chiamano per nome dalle stanze chiuse della casa. Ecco l’isola delle sirene. Sale dalla terra la nebbia che copre e dirada. Così tutto è un mistero semplice. 

Il recinto del sentiero è abbandonato, gli alberi azzurri vegliano sulla casa lontani e presenti. La facciata luminosa nasconde altre facciate che occhieggiano sullo sfondo.