di Marisa Cecchetti
Ambientato
alla fine della prima guerra mondiale in una villa circondata da campi, viti,
olivi e giardini, che ricorda le colline lucchesi, il romanzo ha la durata di
un’estate.
Dopo
sei anni di assenza fa ritorno per le vacanze estive Gemma, grande amica di
Elena, la proprietaria della villa. Si sono conosciute ai tempi lontani del
collegio, ed ora Elena è la moglie di Giorgio e madre di sette figli.
Intorno
alla famiglia ruota una serie di personaggi -familiari e servitù, contadini che
lavorano nei campi della proprietà insieme alle loro famiglie e agli animali,
il prete, i nobili di una villa vicina, ma soprattutto i parenti che arrivano
in campagna per sfuggire all’afa estiva.
Ci
troviamo in mezzo a schiamazzi di bimbi, a passeggiate nei boschi, a merende
sui prati, alla pesca nel rio, a uscite a cavallo, a eventi di ogni genere e
spessore, sacri e profani, che dilata i due mesi estivi tanto che si perde la
nozione del tempo. Ogni personaggio si staglia tra gli altri come una figura a
tutto tondo: c’è chi ama lo studio e la ricerca, chi il buon cibo e il vino,
chi parla con gli uccellini. E ci sono due infaticabili cuoche a sfamare la
tribù.
Gemma,
che porta con sé il dolore di una perdita che non ha ancora accettato, è trascinata
dai ritmi di quella casa. Lei osserva, registra, partecipa. La pace della
campagna, il verde, l’amicizia sincera, la varietà delle giornate, i lunghi
momenti di riflessione e di confronto, ne fanno lentamente una persona aperta
alla vita ed a nuovi incontri.
Intanto
nascono amori, alcuni sofferti e
contrastati, ma si vivono situazioni di
disagio - la cognata Bianca, anche se ospite, è sempre pronta all’attacco-; si recupera il passato
individuale e la Storia comune. La grande tavola del salone vede crescere di
giorno in giorno il numero degli ospiti, per la gioia di Elena che ama
ricevere. Un angolo di pace e di benessere.
Ma
le tensioni sociali del dopoguerra sfociate negli scioperi, la paura del
comunismo con le sue idee di eliminazione della proprietà privata, le violenze
crescenti perpetrate da bande di facinorosi neri, toccano i nostri personaggi e
li portano a porsi domande su quale sia la strada da seguire.
Romanzo
attraversato da amore e dolore, In punta di piedi d’estate ricostruisce
il linguaggio e lo stile di vita di una famiglia borghese a inizio del secolo
scorso, scandisce le opere e i giorni nel ripetersi dei riti, in un’altalena di
piccole cose, nel rispetto delle regole della buona educazione, aperto comunque
alla sorpresa ed all’attesa; si allarga e sosta sul paesaggio recuperando
colori, voci, profumi, riuscendo a ricostruire -volutamente andando
controcorrente con la scelta linguistica- il ritmo e l’atmosfera dei romanzi
dell’ottocento.
Emilia Giorgetti, In punta
di piedi d’estate, Giovane Holden Editore 2020, pag.386, € 15,00