10 ottobre 2011

" Qualcosa da ricordare 1861-1915" di Bellucci, Civile, Danesi

di Luciano Luciani

Il libro più interessante tra i molti editi in occasione del 150esimo anniversario dell’unità d’Italia l’hanno scritto Maria Bellucci, Francesca Civile e Brunella Danesi, tre insegnanti di scuola superiore per la casa editrice pisana ETS. Si intitola Qualcosa da ricordare 1861 – 1915 e costituisce una densa pubblicazione, costruita per brevi e documentati saggi, in cui si ricordano i contributi offerti alla formazione del nuovo Stato da scienziati, politici, uomini di cultura in gran parte dimenticati e, in relazione a queste figure, si illustrano aspetti significativi della società del tempo.

Si racconta, per esempio, che i problemi affrontati dall’élite liberale postunitaria furono molteplici e di natura non facile; alterni i risultati: moderno avanzamento in alcune parti d’Italia, stagnazione, o addirittura regresso, in altre. Si racconta di un Ottocento liberale e riformatore, capace anche di qualche grandezza.

Nella seconda metà del secolo, ad esempio, a livello ministeriale, esso ha mostrato i volti di personaggi sulla cui competenza e onestà d’intenti non è dato eccepire: siano sufficienti i nomi di Cesare Matteucci, Giuseppe Zanardelli, Luigi Luzzatti, Leopoldo Franchetti il conservatore che piaceva ad Antonio Gramsci.

Importante, poi, la cultura scientifica in Italia che, almeno sino al 1915, fu di alto livello, apprezzata su scala europea e internazionale, specialmente nei campi della matematica, dell’astronomia e della biologia. Alla prima generazione, che ebbe la funzione di traghettare gli ideali risorgimentali nelle pieghe dello Stato unitario, appartengono Quintino Sella, Enrico Betti, Francesco Brioschi, Stanislao Cannizzaro, Pietro Blaserna, Virginio Schiaparelli; della seconda fanno parte Vito Volterra, Luigi Cremona, Giovanni Celoria, Giovan Battista Grassi, Camillo Golgi, Angelo Celli, Augusto Righi, Guido Baccelli, Federigo Enriques, Tullio Levi-Civita, Guido Castelnuovo, Eugenio Rignano.

La costituzione della Società per il Progresso della Scienza, la nascita della rivista “Scientia” e le vicende della nascente editoria scientifica arricchiscono ulteriormente questo panorama. È noto che, poi, sulla scienza italiana e sulla conoscenza scientifica si abbatté la iattura della filosofia neo-idealista e gentiliana che, anche con il supporto della dittatura fascista, ne bloccò le potenzialità e le aspirazioni a diventare asse formativo, nella scuola e nella società, com’era negli intendimenti e nei programmi di Matteucci, di Volterra e di Enriques.

Oggi che le analisi storiche si sono fatte più attente e circostanziate, conosciamo meglio qual è stato il valore della cultura scientifica nel periodo preso in considerazione da questo libro, ciò che essa ha rappresentato nell’avvio del Paese verso la modernità e, dunque, anche ciò che è stato perduto.


Maria Bellucci – Francesca Civile – Brunella Danesi, Unità d’Italia Qualcosa da ricordare 1861 - 1915, Edizioni ETS - Naturalmente scienza, Pisa 2011


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