26 maggio 2009

"M'ama, non m'ama" di Jean-Luc Nancy


di Gianni Quilici

E' uno di quei libri, che nascono semplicemente da un'occasione. In questo caso una conferenza con successive domande-risposte.
Il tema è enorme: l'amore. Il relatore è uno dei più significativi filosofi contemporanei: Jean-Luc Nancy. L'originalità nasce dal fatto che quella che egli stesso definisce una “piccola conferenza” ha come interlocutori privilegiati bambini e bambine, che alla fine dell'intervento hanno prioritariamente il compito di porre delle domande all'illustre relatore.

Questo comporta da parte di Jean-Luc Nancy la necessità, che, si intuisce, lui sente particolarmente, di cercare di essere il più possibile comprensibile sia nel linguaggio che nel modo di maneggiare i concetti. Senza banalizzarli, lasciandoli, a volte, aperti; qualche volta citandoli e basta.

La risposta centrale a che cosa sia l'amore mi pare si possa evincere da questa affermazione: “Quando pronunciamo 'ti amo', diciamo qualcosa di molto particolare che immediatamente fa sorgere la domanda: ma cosa stiamo dicendo, che significa? Posso dirvi che nessuno può rendere il senso di queste parole, nessuno.” (Jean-Luc Nancy)

Questo pensiero iniziale potrebbe essere anche l'inizio e la conclusione del discorso, tuttavia J. L. Nancy prova ad affrontarlo, partendo dall’analisi della filastrocca francese “Je t’aime, un peu, beaucoup, passionnément…” (che è anche il titolo originale del libro), che si potrebbe tradurre in italiano “ ti amo, un po', molto, appassionatamente...”, e che, anche in Francia si recita, allo stesso modo del corrispettivo italiano “M'ama, non m'ama”, sfogliando una margherita e strappando i petali, uno dopo l'altro.

L'analisi di questa filastrocca porta a questa conclusione: “ti amo” è un modo di sentire assoluto. Non si può dire “ti amo molto o abbastanza”, perché l'amore, quando è tale non è misurabile, non è paragonabile ad altro, perchè la sola cosa che conta nell'amore è che l'essere dell'altro sia in me, inseparabile da me. Non identificazione (impossibile), ma inseparabilità. Il rischio più grande: confondere l'immagine dell'altro che abbiamo in noi con la sua realtà. L'esercizio dell'amore consiste, quindi, nel compiere un continuo andirivieni fra l'altro reale e l'immagine così potente che abbiamo di lui...
Questo rapporto è difficilissimo, perché contiene in sé la possibilità di distruzione dell'altro o quella reciproca, ed anche la follia. Dentro questi “nodi” ci sono temi che Jean-Luc Nancy affronta sinteticamente come la fedeltà, la gelosia, la possibilità di amare più persone...

M’ama non m’ama è un libro che presenta la sua maggiore difficoltà nell'apparire piacevole e semplice, perchè sia il vocabolario agevole che il tono colloquiale portano a leggerlo velocemente e a saltare passaggi complessi, che richiedono una meditazione che vada oltre la sintesi dell'enunciato.

Un esempio. Dice Nancy: “Questo rapporto così forte e unico fra due persone è difficilissimo, ciascuno dei due rischia molto perché ciascuno deve imparare a fare a meno della sua autosufficienza, del ripiegamento su di sé, di ciò che chiamiamo narcisismo”. Concetto che spiega meglio rispondendo ad una ragazza: “Ma esiste un'altra forma di amore di sé, nel quale ci relazioniamo a noi stessi come a un'altra persona. Nell'amore siamo in due, bisogna dunque essere in due anche nell'amore di sé. Bisogna amare in sé la possibilità di amare l'altro”.

Jean Luc Nancy. M’ama, non m’ama (Je t’aime, un peu, beaucoup, passionnément…), trad. Maria Chiara Balocco. Utet Libreria 2009, pp. 112, euro 7,00, www.utetlibreria.it