25 dicembre 2010

" Dieta ipocalorica: amica o nemica della nostra salute?" di Nicola Matteucci


Nell'era in cui viviamo, è ormai chiaro che sia la componente estetica a determinare la vita sociale, i comportamenti, la quotidianità e gli aspetti cognitivi della civiltà occidentale. ...Secondo i modelli che sono stati impiantati nella nostra società, un corpo snello e veloce prevale esteticamente su un corpo che presenta vari tipi di imperfezioni. Per fronteggiare il pericolo ormai affermato dell'obesità, la medicina ci offre varie diete e vari stili alimentari, in modo da poter seguire una vita sana e all'insegna del benessere.

Molti, però, considerano la "dieta ipocalorica" come un grave risvolto e una forma di dannazione per gli individui, visto che, quando subentra la componente psico-sociale, possono scattare i sensi di disagio e la percezione di non essere accettati dalla società in cui viviamo. Altri invece pensano che un’assistenza medica (sia pur applicata entro certi limiti) nel nostro sistema alimentare, al fine di rendere la nostra salute più idonea, sia un sistema innovativo e necessario per poter vivere bene e a lungo. In realtà, nessuno in particolare ha pienamente ragione o pienamente torto.

Secondo alcuni dati reperiti sul web, il 30% degli individui che soffrivano di obesità (a causa della troppa sedentarietà e dell'eccessivo benessere) e che hanno deciso di seguire una dieta, è riuscito ad evitare diversi problemi di salute ed essi ringraziano adesso i propri dietologi.
I consigli su come non trasformarsi nelle vittime di un'era in cui il benessere porta alla sedentarietà, su come svolgere attività fisica e regolarsi nell'alimentazione (magari senza doversi forzatamente adattare a rigide regole), possono veramente aiutarci a cambiare in meglio le nostre vite. I nuovi programmi televisivi messi a punto da Rai Educational sono l’esempio di una limpida diffusione mediatica di questi “depliant” sanitari.

Nella civiltà occidentale, però, capita troppo spesso di fraintendere il fine autentico di una dieta ipocalorica, e cioè quello di migliorare la nostra salute. In molti si attengono esclusivamente al fattore estetico: seguire una dieta significa migliorare l'aspetto del nostro corpo, quindi aumentano le possibilità di farsi strada nella nostra scala sociale e chi si presenta come individuo "oversize" sfonda i gradini, viene deriso, emarginato e considerato non egualitariamente rispetto ad altre categorie.

I disagi provocati da ciò hanno allarmato vari psicologi, sociologi e neuropsichiatri, ritenendo che questo modello stia ineluttabilmente rovinando la vita e la serenità di molti individui, perlopiù compresi fra i 12 e 25 anni, facendo loro considerare il cibo come una sorta di "assassino" da evitare e portandoli a dover affrontare seri problemi quali anoressia, bulimia e ipressia.

Come detto precedentemente, l'estetica sta diventando il solo mezzo per poter essere accettati, notati e potersi fare strada nell'ambito sociale. Questo genere di arrivismo, portato fino all'estremo sindacabile tanto da autolesionarsi, e questa tendenza a sviluppare un individualismo che possa differenziare una persona dalle altre, sono i problemi principali riscontrati dal 40% di tutta la popolazione europea in età adolescenziale, secondo un libro scritto da Ornella Mastroianni. Le prime righe dell'introduzione al libro affermano esattamente questo:

- Perché ci sembra normale stare costantemente a dieta? Perché provocano fastidio le persone sovrappeso? Perché le bambine sognano di diventare delle Barbie? Si può vivere come una Bratz tra diete e shopping? Come è possibile che l'anoressia venga esaltata in film, libri e siti internet?-

In realtà, alcuni casi in cui la dieta (o comunque un diverso stile alimentare consigliato) sia stata di vitale importanza per la vita di un essere umano, hanno osservato persone comprese in una fascia di età tra i 50 e 70 anni risolvere problemi dovuti a malattie intestinali e Morbo di Crohn, che dagli anni settanta ad oggi ha registrato un notevole sviluppo. Altri problemi risolti con una diversificazione dello stile alimentare sono i seguenti: colite ulcerosa, ernia iatale, disfunzionamenti ormonali. Talvolta non si parla più della dieta intesa come riduzione della quantità di calorie assunte, ma semplicemente come assunzione di alcuni elementi e non di altri .
La dieta ipocalorica, ribadendo la mia tesi, non è affatto un male della nostra epoca, bensì un'importante componente per regolare la nostra salute; l'importante è non abusarne e non strumentalizzarla rendendola un'arma affilata, pronta più che mai a difendere una serie di modelli a dir poco vergognosi che trovano sempre più spazio nelle nostre vite e all'interno della nostra civiltà.