26 luglio 2011

"Borgogna" foto di Gianni Quilici


di Caterina Donatelli

Lei

Avrei voluto una vita così: dritta, con deviazioni simmetriche che lasciano la libertà di muovere un pensiero diverso, senza sentirsi obbligati alla scelta. Solo opportunità, offerte, spunti, per diversificare il cammino.

Superati, a seguire, un’attesa di morbidi alberi, pronti ad abbracciarmi con il loro profumo, il frusciare melodioso delle foglie e insetti vogliosi, che svolazzano nello zucchero legnoso delle cortecce. Poche insidie, giusto la trama di ombre scese a terra con un’ elegante tastiera geometrica di desideri; ogni tasto una passione, un ricordo, un sentimento provato, bisbigli della memoria, che a distanza, è sempre incantevole e vibrante.

Fottuta tentazione quella di sedersi, sui declivi issati dalla primavera, a intrecciare lamenti e rassegnazioni, recitare liste di fallimenti per mortificare il passato e restringere il presente, ma la strada è chiara: dritta tutta d’un fiato chiama i passi, i miei, ben posizionati a centro.

Ed io vado calma e fiera, portando ciò che sono, nella certezza di aver scelto la direzione giusta; non saranno i fiorellini gialli, a distrarmi, o le tracce impertinenti che curvano sul selciato, a rianimare pulviscoli di solitudine. Certo, ci sarà un istante, in cui avrò voglia di trattenere a lungo il respiro, gustandolo, di alzare gli occhi al cielo per guardare la densità dell’azzurro, migrare altrove; solo allora, sentirò altri passi fare eco ai miei. Riconoscerò il ritmo, l’andatura, con il tempo troppo simile alla mia, perché con il tempo anche i respiri miscelati dalle nostre bocche, sono diventati gli stessi.

L’intenzione del mio cammino sporgerà limpida dal pozzo del tuo occhio, guidandomi come bersaglio, a fissare un definitivo orizzonte, convergere verso lo stesso punto; lì davanti a noi, alla fine di questa strada, dritta, che spiana i pensieri.


Berzé Le Chatel in Borgogna. Foto di Gianni Quilici. 2011.

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