23 dicembre 2012

“Io e te” di Niccolò Ammaniti




di Gianni Quilici

“Io e te” tra romanzo breve e racconto lungo in un equilibrio esemplare.
Pochi personaggi, ma concentrati, messi bene a confronto e sviluppati. Una conclusione imprevedibile. Doppia, in un certo senso. Molto cinematografico, non a caso il film di Bertolucci.

Protagonisti: un quattordicenne e la sorellastra. Lorenzo, un adolescente nella fase più difficile della sua evoluzione psicologica, stretto tra un amore (forse) edipico con una madre iperprotettiva ed un’identità così incerta, che nel confronto con i coetanei vuole annullarsi, stare solo, diventare invisibile.  
Olivia, ventitreenne,  “incredibilmente bella.. alta due tette grandi e larghe… tantissimi capelli ricci e biondi”, però, come il fratello scoprirà, tossico-dipendente.

La cantina, in cui Lorenzo si è rifugiato per una settimana, la settimana bianca che aveva balordamente inventato, diventa il luogo simbolo, il bunker, la tana dell’incontro-scontro con Oliva. Un incontro che attraversa diverse fasi narrative e psicologiche sottili e veritiere, per raggiungere l’acme nel momento in cui Olivia è colta da una crisi grave di astinenza. Dopo attimi di disperazione, Lorenzo diventa, in rapida successione, disponibile  e attivo, fino al momento "poetico" della danza e dell’abbraccio, della catarsi e delle promesse. Potrebbe finire lì. L’epilogo sarà tanto nudo di parole quanto tragico. Non per ciò che si dice, per ciò che si lascia immaginare.  
Con in più un interrogativo:  Olivia è una finzione letteraria oppure, in qualche misura, è davvero esistita?

Dentro questo rapporto: la famiglia. La madre molto protettiva e amata, ma che è fuori dai processi psico-sociali del ragazzo. Il padre affettuoso, ma distaccato e assente soprattutto da Olivia, che sente questa mancanza in modo conflittualmente lacerante.

E ci sono, appena abbozzati, brandelli di società. C’è la scuola con i compagni di classe sadici e competitivi nel loro inconsapevole individualismo. Ci sono alcuni ritratti secondari tra cui, scolpito benissimo l’ergumeno dalla “dentatura equina e l’abbronzatura color cacao…con una voce rauca e profonda, come se parlasse attraverso un tubo di plastica”, che va a sbattere contro la Bmw della madre, che viene apostrofata come “stronza…troia”, mentre Lorenzo rimane in macchina pietrificato. Un episodio soltanto, raccontato efficacemente, che lascia trapelare l’intolleranza e la violenza, oggi vive nella pancia sociale italiana.

Spezzoni sociali appena abbozzati. Sufficienti, perché il lettore possa stabilire un nesso tra crisi adolescenziale e società. Un rapporto di causa-effetto molto implicito e, per questo, per niente meccanico.

Il linguaggio di Niccolò Ammaniti è veloce e essenziale e tutto interno alla storia, i dialoghi affilati e veritieri. L’unico punto interrogativo: il racconto che Lorenzo fa alla nonna mi pare troppo lungo. 
Forse, però, sottolinea le qualità immaginative e narrative del ragazzo. Come se sotto le poche parole  di tutto il romanzo si celasse uno scrittore in erba, che in quella situazione si può finalmente liberare.

Niccolò Ammaniti. Io e te. Einaudi, Stile Libero. Pag. 117. Euro 10,00.            

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