26 agosto 2014

"Il sogno mancino" di Mario Pellegrini




di Luciano Luciani


            Per percepire l’incanaglimento diffuso ormai è sufficiente affacciarsi sul pianerottolo del condominio dove abitiamo, ma anche i rumori che ci arrivano dal condominio più grande, il mondo, non sono meno inquietanti. Segnali piccoli e grandi ci svelano come il nostro tempo si senta sempre più risentito e deluso sia verso le speranze di appena ieri, sia nei confronti di un presente color ‘grigio-desolazione’ e povero di attese. Dall’Europa del nord al Mediterraneo, dall’Ucraina al Medio oriente è tutto un rifiorire di nazionalismi anacronistici, regionalismi beceri, municipalismi gretti per non parlare dei fondamentalismi religiosi. Il vecchio continente, un tempo culla della civiltà e dei diritti, delle libertà e della tolleranza, sembra assistere indifferente al serpeggiare degli umori velenosi del razzismo, della xenofobia, dell’antisemitismo… Cupi, davvero cupi, questi primi quindici anni che hanno inaugurato il nuovo secolo e il nuovo millennio e tornano alla mente le parole di Primo Levi: “Esistono energie spaventose che dormono un sonno leggero”.

Diventa allora importantissimo, addirittura strategico, attivare al più presto i necessari contravveleni, gli indispensabili antidoti: ovvero lo straordinario potere della memoria.
Memoria, ma di cosa?

Per esempio, dei punti “alti” della storia del secolo scorso. Il ricordo delle vicende, degli eventi, dei protagonisti che hanno contribuito all’affermazione, sia pure faticosa, tormentata, contraddittoria, di idealità, valori, principi di libertà e giustizia, fraternità e solidarietà.

Procede in questa direzione un libro di Mario Pellegrini Il sogno mancino. Diario, ancora fresco di stampa ed edito nelle collana di Narrativa della Carmignani Editrice di Cascina. L’Autore, operaio oggi in pensione, è stato nei suoi anni più verdi sindacalista, dirigente politico, amministratore comunale. Un impegno civile a tutto tondo, il suo, non abbandonato neppure nell’età matura e che ha saputo prendere altre strade: per esempio quelle della scrittura, in versi, in prosa e in questa sua “autobiografia per frammenti” di un’utilissima memoria. Nel Sogno mancino Pellegrini, infatti, racconta di sé e della generazione dei figli dell’immediato dopoguerra: le ragazze e i ragazzi che alla metà degli anni sessanta tentarono un generoso – e sconfitto – “assalto la cielo”, la cui eco, nonostante sia trascorso ormai mezzo secolo, permane ancora nell’immaginario collettivo delle generazioni successive. Come fonte di ogni male per i conservatori e i reazionari d’ogni sorta, per molti, invece, ancora oggi il ricordo di uno straordinario processo di liberazione, personale e collettivo, dai vincoli di una società illiberale e ingiusta e dai ceppi di un costume arretrato e ipocrita.

Tornano nelle pagine di Pellegrini le ingiustizie subite da studente all’interno di una scuola autoritaria e classista, contrapposta alla severità di un altro tipo di educazione: quella, a suo modo, di eccellenza che si riceveva presso l’Istituto di studi comunisti di Bologna “Anselmo Marabini” dove si studiava per diventare dirigenti del Pci e gli insegnanti si chiamavano Giuliano e Giancarlo Pajetta, Nilde Iotti, Enrico Berlinguer, Giorgio Napolitano… L’Autore rievoca le lotte per la pace nel Vietnam e le manifestazioni antifasciste che connotarono la formazione politica e civile di un’intera generazione; poi i lunghi mesi, anche questi in un certo qual senso formativi, del servizio militare; gli anni degli impegni amministrativi in un piccolo Comune della provincia di Pisa; il lavoro, prima in una vetreria a conduzione cooperativa, la Genovali, poi presso le Fonderie Pisane dove Mario non manca mai di praticare e difendere i diritti dei lavoratori.

Pellegrini ripercorre tutte queste esperienze, senza tralasciare anche alcune dolorose vicende familiari, con la determinazione di sempre, la saggezza dell’uomo maturo, un’ironia tutta toscana sempre in punta di penna e la consapevolezza alta, sono parole sue, che “la politica si costruisce nelle azioni quotidiane, nelle lotte degli operai e degli studenti, ed è una nobile arte solamente se disinteressata e al servizio dei bisognosi” (p.77).


Mario Pellegrini, Il sogno mancino Diario, Collana Narrativa, Carmignani Editrice Cascina (Pi), luglio 2014, pp. 88, Euro 10,00

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