24 dicembre 2014

“Fuorigioco” una poesia civile e visionaria



MIRTOS, Cefalonia

di Gianni Quilici

E’ uscito in libreria “Fuorigioco”, secondo libro di poesie, dopo Fraternità, di Virginio Giovanni Bertini, fino a poco tempo fa sindacalista della CGIL,  autore di un libro a più voci Il corpo e l’anima, diario appassionante di una lotta per diritti negati, e del romanzo Cuore vuoto.

Bertini è  poeta vero. Un poeta civile ed insieme esistenziale, in cui si percepiscono echi di Garcia Lorca e Leopardi, di Brecht e delle canzoni Rap.

“Fuorigioco” è formato da tre sezioni intimamente collegate.

La prima, “Ultrasuoni dell’anima”, è poesia di un realismo visionario (Mirtos, Tramonto a Petani, Luna rossa a Costa Rei), a volte di impronta surrealista (Sensazioni lunari), in cui alla bellezza stupefatta del creato si mescolano inquietudini, smarrimenti, angosce.

La seconda parte, “Dimensione di amore e morte”, rappresenta efficacemente due dei più estremi contrasti del vivere quotidiano: la felicità che diventa ballata travolgente, euforica che trascina anima e corpo vorticosamente e all’opposto incomunicabilità, passioni ormai prosciugate fino a uno struggente e doloroso cantico per la perdita del fratello Giorgio, sacerdote, morto ancora giovane (Portate le rose gialle)

Portate le rose gialle
alla croce di legno,
nella nuda terra ei giace.
La sua grassa risata
è spenta,
Isola tace
l’urlo disperato
di una madre,
unica voce. ( … )

L’ultima sezione, “Elogio dell’anticonformismo”, contiene le poesie più direttamente civili. Versi intrisi di invettiva contro la “cieca gentile ferocia” della burocrazia, contro “le guerre intelligenti e umanitarie”, contro “le tanti solitudini”,  in folgoranti ritratti di vite tradite, martoriate, spezzate; ma anche versi pieni  di invito ad ascoltare e ad ascoltarci, senza paura, senza pregiudizi, senza falsi moralismi.
Termina, infatti,  l’ultima delle poesie, rivolgendosi soprattutto ai giovani:

 “E’ ora di svoltare, di schizzare,
 di credere in te stesso, qui oggi,
 in questa terra solare
 di giocare la partita
 della tua vita. (…)
 E i giorni
 vivili tutti,
 come fossero ultimi
 non come primi
 anche
 nell’anno che verrà” .

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