01 aprile 2009

"L'uomo col cagnolino" di Robert Doisneau


di Gianni Quilici

Non so se questo sia l'unico o uno di una serie di scatti che Robert Doisneau ha realizzato in questa situazione.
Ciò che mi pare certo è che ha “toccato” l'attimo, quel velocissimo momento in cui tutto miracolosamente è al suo posto.

Come si potrebbe titolare una foto del genere?
Gli sguardi, ho pensato.
Lo sguardo dell'uomo sul quadro, del cane sul fotografo, del pittore sulla modella-quadro, dello stesso fotografo fuori campo.

Sguardi che formano una geometria, linee che non s'incontrano, ma interessati tutti  a ciò che ognuno osserva. Sguardi insomma, più esattamente qualità degli sguardi.

Il cane stupito-meditativo, il pittore imperscrutabile e, elemento centrale, l'uomo, con il suo cappotto e cappello da borghese anni '50, le mani dietro le spalle (interessante sociologicamente), che si sporge curioso e furtivo per cogliere la pittura osè.

C'è poi un quarto personaggio, di cui si intravedono appena le scarpe femminili e la caviglia. Forse la modella del pittore. Forse no. Se modella non certamente nuda. Mistero comunque.

C'è in questo grande fotografo-poeta francese della quotidianità un'ironia affettuosa, che ci fa sorridere, ma sopratutto ci tocca, perché ci rende in quello scatto un mondo, lo immortala con una perfezione formale, in cui nulla è inutile e tutto significativo, anche quegli alberi nudi, quei lampioni, quel cielo grigio.

Robert Doisneau. Fox-terrier a Pont des Arts, 1953.