21 luglio 2012

"Amori" di Alina Reyes



di Gianni Quilici

 Alina Reyes è una scrittrice dichiaratamente erotica. Questo, a volte, è il suo pregio; questo soprattutto è il suo limite. In questo smilzo libro di poco più di 50 pagine, caratterizzato da 69 sequenze numerate una per una, la Reyes non racconta una storia, descrive delle situazioni, collegate dal piacere erotico-sessuale.

In lei l’erotismo diventa una filosofia assoluta, che assorbe ogni altra dimensione; una filosofia idealizzata che sembra nascere spesso più che da una necessità espressiva dal desiderio di stupire e, forse, in ultima analisi, di vendere.

Non che non ci siano sequenze, che, oltre ad andare al di là della banalità, comunichino, a volte, una verità poetica.

 Ne trascrivo una:
“Dopo che lui mi ebbe baciata e palpeggiata per due giorni, gli dissi “voglio fare l’amore”. E lui mi diede appuntamento nel bosco, lontano da tutto. C’era soltanto un pezzo di stoffa tra il suolo e noi. Ci spogliammo e io partii alla scoperta di tutto il suo corpo, lo toccai dappertutto e sentii contemporaneamente il cielo dove picchiava il sole di mezzogiorno, gli alberi stillanti resina, la terra sabbiosa coperta di aghi di pino caldi e crepitanti.
Nessuno era mai entrato nel mio corpo. Avevo scelto lui come coltello sacrificale. Persi sangue, sentii dolore, lui godette. Sono stata terribilmente felice, ma non ci sono parole per descrivere una simile gioia, quella della nuova libertà”

Ma più sovente la sua scrittura diventa meccanica, “adorante” e l’istantanea che lei coglie non ha ne’ un presente vivo, ne’ un passato che ci comunichi condizioni o pensieri che ci permettano di partecipare intimamente. Diventano parole che si perdono.  

Alina Reyes. Amori. Diario di Rrosa. Le carnet de Rrose, traduzione di Francesco Bruno. TEA.



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