29 agosto 2013

"La famiglia Karnowski" di Israel Joshua Singer



di Fabio Greco

Ho appena letto La famiglia Karnowski di Israel J.Singer, fratello maggiore del Premio Nobel Isaac (e non solo per età). E ora?

Mi arriva sempre, dopo aver letto uno dei rari romanzi straordinari che allargano la mente e scombussolano l’anima, la paura di non riuscire a riadattarmi alla letteratura di tutti i giorni. Così è avvenuto anche dopo la lettura di questa epopea tragica che accompagna tre generazioni di ebrei nei conflitti, nelle miserie, negli sconvolgimenti e nelle sofferenze di mezzo secolo (da fine Ottocento alla vigilia della seconda guerra mondiale), attraversando con straordinario realismo dialettico realtà diversissime come la Polonia, Berlino, New York.

Una grande tragedia collettiva e individuale, che però Israel Singer  racconta con sguardo asciutto e lingua limpida, onesta, senza calcare mai le tinte con la retorica, senza  ricorrere mai ai sotterfugi del melodrammatico.

E ora?
Bisognerà riadattarsi, perché non sarebbe neppure conveniente aver sempre per le mani libri che ti fanno i vivere la vita degli altri in modo così intenso, lancinante, talora insopportabile. Bisogna pur vivere anche la propria vita.

C’è da aggiungere che La famiglia Karnowski è anche una grande lezione di storia. Credo che sia quasi impossibile trovare qualche saggio storico che sappia ricostruire con altrettanta ricchezza documentaria, con altrettanta penetrazione psicologica e sottigliezza antropologica la vita di intere comunità. Tra l’altro risulta evidentissimo dalle pagine di Singer la sostanziale astrattezza dello stesso concetto di “ebreo”, così come venne imposto dall’ideologia nazista all’Europa intera. Nella Berlino degli anni Trenta, c’erano “ebrei” borghesi che non avevano niente in comune con il popolino ebraico di piccoli bottegai e immigrati, e che si sentivano tedeschi a pieno titolo, e c’era la povera gente “ebrea” che condivideva la stessa sorte della classe operaia del quartiere accanto. C’erano le classi, non le razze.

Consiglio dunque a tutti la lettura della Famiglia Karnowski. Soprattutto può essere un buon antidoto per quelli che si emozionano solo con Dan Brown o con Murakami Haruki. Non gli farebbe male tornare a piangere, ridere e riflettere sulla storia e sulla vita reale.

ISRAEL JOSHUA SINGER, LA FAMIGLIA KARNOWSKI, ADELPHI, MILANO 2013

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